Marcia del Pdl in Tribunale, Napolitano e Pd tacciono. Sono d'accordo?
I parlamemtari del Pdl che sfilano per le vie di Milano, arrivano al Tribunale dove si celebra il processo Ruby e dove, in mattinanata, la Procura ha chiesto ai giudici una nuova visita fiscale per Silvio Berlusconi successivamente accordata dai giudici. Poco più tardi i medici fiscali hanno dato ragione alla difesa del Cavaliere sostenendo l'impossibilità dell'ex premier di paertecipare all'udienza. Quindi è stata accolta la richiesta di legittimo impedimento. Angelino Alfano ripercorre le vicende della mattinata che ripercorrono le vicende della mattinata e, a suo avviso, dimostreerebbero l'accanimento della magistratura verso Berlusconi: "Si tratta di tre giorni gravissimi, e noi siamo qui a difendere il nostro leader, la nostra storia, e per difendere la democrazia nel nostro Paese e le nostre istituzioni". Questo è il messaggio che Alfano porterà oggi, martedì 12 marzo, al Quirinale chiederà uno stop ai processi di due o tre mesi "limitata a questa fase politica delicata e rischiosa per il nostro Paese". E Napolitano? Pare che abbia chiamato Gianni Letta, irritato per la "marcia" sul Quirinale. Gli scenari - Ma nessuna esternazione, non ha annullato l'incontro fissato per questa mattina con Alfano. Anche dalle fila del Pd non sono arrivate le proteste che si ci sarebbe potuti aspettare davanti al clamoroso gesto dei parlamentari azzurri. Un silenzio che colpisce. Il Pdl sta valutando l'opportunità di non partecipare ai lavori parlamentari finché "le loro istanze non saranno prese in considerazione". Dal Quirinale trapelano alcune indiscrezioni sulla reazione di Napolitano che ha intenzione di rispondere picche in quanto non può interferire con i processi in corso. E' evidente che la questione s'intreccia con l'attuale situazione politica e ciò preoccupa il Presidente della Repubblica. Se davvero i parlamentari diserteranno il Parlamento è a rischio l'elezione dei presidenti di Camera e Senato, primi banchi di prova di qualsiasi tentativo per formare un governo.