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Pd, Bersani vuole querelare Grillo per gli attacchi su Mps

Giulio Bucchi
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  A furia di prendere porte in faccia anche Pierluigi Bersani l'ha capita: con lui, Beppe Grillo, non vuol governare. E se non puoò governare con il leader del Movimento 5 Stelle, allora tanto vale querelarlo. La notizia l'ha data il deputato del Pd Davide Zoggia, che ha definito "scandalosi" gli attacchi di Beppe sul caso Mps e le responsabilità dei democratici. "Sono toni che avranno ricadute dal punto di vista giudiziario. Sono stati non corretti", avverte Zoggia che a chi chiede se il Pd sporgerà querela contro Grillo risponde: "Se ne sta occupando il tesoriere, durante la campagna elettorale sono stati usati toni non degni di un paese civile. Lo verificheranno le autorità giudiziarie, sono state fatte allusioni e affermazioni pesantissime in un'inchiesta delicata che pochi giorni fa ha avuto anche una tragedia umana. E credo che prima di fare questo tipo di affermazioni bisogna stare molto attenti". "Grillo assetato di potere" - Pietra tombale, dunque, sul governo Bersani-Grillo nato finora solo nella mente di un Pierluigi decisamente in confusione dopo l'esito delle urne. D'altronde, il leader del Movimento 5 Stelle lo ha incalzato anche oggi: "Il Pd rinuncia ai rimborsi elettorali ai partiti". E Pier l'ha presa male, malissimo. Per il segretario democratico Grillo è "un novello principe in formazione" che "non è mai sazio". Sazio di slogan, di antipolitica e di potere: "Vuol tenersi le mani libere e non per l'Italia - attacca Bersani -, ma per qualcosa che si chiama potere. Noi, invece, facciamo l'inverso. Quel tanto di potere che abbiamo, lo mettiamo al servizio di questo Paese e cerchiamo una strada".  Veleno su Renzi - Ma Bersani, in questi giorni post-voto, è letteralmente assediato. Da chi chiede un accordo coi 5 Stelle, da chi vorrebbe costringerlo a esporsi per poi dimissionarlo. E da chi nel suo stesso partito le critiche gliele rovescia addosso anche a mezzo stampa. La voce più forte di quest'ultima corrente ha un nome e un cognome: Matteo Renzi. Non poteva essere altrimenti, visto che il suo grande rivale alle primarie è anche il candidato più logico alla sua successione. E proprio a Renzi, che sabato sera a Che tempo che fa ha messo in guardia il Pd dallo scilipotismo, cioè la caccia ai voti grillini, il segretario risponde avvelenato: qualcuno, nel Pd, "dice con M5S neanche un caffè, perché è assurdo, e poisparge antipolitica a piene mani nella stessa pagina...". L'antipolitica cui si riferisce Bersani è l'invito del sindaco di Firenze a inserire tra gli 8 punti dell'ipotetico governo Bersani anche il no al rimborso elettorale ai partiti. Sempre lì, si torna...  

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