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Berlusconi accerchiatoI pm di Napoli chiedono il giudizio immediato

Le toghe milanesi gli mandano la visita fiscale e quelle partenopee accelerano i tempi della sentenza

Lucia Esposito
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Da Milano a Napoli. L'accerchiamento giudiziario di Silvio Berlusconi è continuo. Mentre i giudici del Tribubnale di Milano decidevano di inviare un'altra visita fiscale all'ospedale San Raffaele per verificare le effettive condizioni di salute dell'ex premier e dare ai magistrati la possibilità di decidere sul legittimo impedimento nel processo Ruby, i colleghi napoletani della Boccassini (tra cui John HJnry Woodcock) chiedevano il giudizio immediato nell'ambito della presunta compravendita di senatori. La stessa richiesta è stata formulata che per il senatore Sergio De Gregorio e l'ex direttore dell'Avanti Valter Lavitola. Il reato ipotizzato è di corruzione. La decisione La scelta era già nell'aria ma è  diventata concreta quando la scorsa settimana l'ex premier, "invitato a dedurre" dai pm napoletani ha fatto sapere di non essere disponibile nelle date proposte dalla Procura - 5, 7 e 9 marzo - la quale ha ribattuto sostenendo che Berlusconi non poteva avvalersi del legittimo impedimento. Ma i magistrati partenopei in questi giorni hanno continuato l'attivitaà investigativa ascoltando Romano Prodi, Antonio Di Pietro, Paolo Rossi, Anna Finocchiaro e Nello Formisano. La tesi dell'accusa si fonda essenzialmente sulle ricostruzioni fatte da Sergio De Gregorio, senatore uscente del Pdl, che nel 2007 dall'Italia dei Valori passò con il partito di Berlusconi costendo alla coalizione di centrodestra di ottenere la maggioranza in Aula. De Gregorio, in due interrogatori, ha confermato che fu pagato per il traghettamento. Tre milioni di euro, di cui un milione versato nelle casse dell'associazione 'Italiani nel mondo' e due a nero su conti cifrati. La Procura ha infine chiesto alla Giunta per le Autorizzazioni a procedere di utilizzare le intercettazioni indirette dell'ex premier e di aprire una cassetta di sicurezza al Monte dei Paschi di Roma dove ci sarebbe la prova della dazione di danaro. 

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