Processo Mediaset, furia cieca Berlusconi: "Pm vergognosi". E medita vendetta
di Salvatore Dama La visita fiscale, inviata dalla Corte d'appello per verificare l'effettivo stato di salute di Silvio Berlusconi, è stato l'affronto definitivo: «Sono indignato, questa gente non conosce vergogna!», è stato l'urlo del Cavaliere dal suo letto d'ospedale (anche ieri è rimasto ricoverato al San Raffaele per un disturbo alla vista). La piazza del 23 marzo non basta più. È troppo in là nel tempo, forse troppo blanda come iniziativa contro le «toghe politicizzate». Ci vuole una iniziativa immediata. E il Popolo della libertà sta valutando varie soluzione per testimoniare la propria solidarietà al leader. Sul tappeto ci sono un po' di ipotesi. Da quelle più istituzionali. Chiedere un incontro urgente al Quirinale per sensibilizzare Giorgio Napolitano su quanto sta avvenendo a Milano («Alla fine è pur sempre lui, Costituzione alla mano, il capo della magistratura»). Ma girano, in ambienti azzurri, anche idee più hard. Come quella di andare a occupare il tribunale di Milano. O gli uffici del Consiglio superiore della magistratura o della Cassazione a Roma. Iniziative senza precedenti. Ma l'aria è elettrica, il clima di scontro drammatico. Berlusconi rilancia la sfida alla magistratura milanese. Ha intenzione di chiedere il riconoscimento del legittimo impedimento anche domani, quando riprenderà il processo Ruby. Duplice motivazione: la salute, se lunedì non si sarà ancora ripreso dal malessere all'occhio, o gli impegni politici, visto che ha intenzione di incontrare i deputati e i senatori neoletti del Popolo della libertà una volta dimesso dall'ospedale. Il partito dell'ex presidente del Consiglio si stringe intorno al capo e medita la rappresaglie. «L'aggressione totale a Berlusconi e alla democrazia», dice Maurizio Gasparri, «impone risposte chiare e ferme che vedano coinvolti i milioni di italiani che più volte hanno espresso la loro fiducia al leader del Pdl. Già prima della manifestazione popolare di Roma», dichiara il presidente dei senatori del Pdl, «abbiamo il dovere di assumere iniziative incisive a tutela della libertà, della democrazia, della funzione rappresentativa del Parlamento». «Attenzione», mette in guardia Sandro Bondi, «perché di questo passo nessuno potrà controllare la collera dei cittadini». Al tribunale di Milano «è in corso la crocifissione di un innocente», è il grido di dolore della parlamentare Michaela Biancofiore. Durissimo Fabrizio Cicchitto: «Medici nazisti su indicazione di un tribunale stalinista sono andati da Berlusconi e hanno emesso un verdetto disgustoso». La situazione sta sfuggendo di mano, secondo il presidente dei deputati del Pdl: «È insostenibile da ogni punto di vista non soltanto giudiziaria ma anche istituzionale». Si tratta di «uno scempio», è l'affondo di Manuela Repetti. Secondo la deputata azzurra, «non bastava l'assurda condanna inflitta a Berlusconi sul caso Unipol che non ha precedenti in merito. Ora si dispone persino una visita fiscale per accertare la veridicità dei certificati ospedalieri di ricovero. Qui non si tratta più di perseguire la legge, ma la scena è quella di una vera e propria caccia all'uomo dove il branco eccitato dal fiuto del sangue è ansioso di azzannare la preda». Angelino Alfano nega l'intenzione pidiellina di occupare il Csm. La risposta del popolo berlusconiano rimane fissata per il 23 marzo: «Andremo in piazza e faremo con tutte le nostre forze ogni rimostranza per evitare che questa nostra magistratura politicizzata vada contro la sovranità popolare». Una manifestazione che l'associazione nazionale dei magistrati condanna senza appello: «È una sfida a principi che sono fondamento della nostra Costituzione e delle democrazie mature», dice il presidente Rodolfo Maria Sabelli. Intanto nei primi giorni della prossima settimana la procura napoletana (che ha deciso di lavorare anche nel weekend) deciderà se procedere o meno con il giudizio immediato contro Berlusconi sulla presunta compravendita di parlamentari che sarebbe avvenuta nella legislatura 2006-2008. Un'altra tegola in arrivo. Che convince sempre più il Cavaliere a far saltare il banco della trattativa per andare al voto il più presto possibile.