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Renzi: "Governo Bersani? Poco ottimista. Se si vota a giugno, primarie Pd"

Giulio Bucchi
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Bersani non riuscirà a fare un governo, quindi si tornerà al voto e il nuovo leader del centrosinistra sarà scelto con le primarie. A dirlo è l'uomo che quasi sicuramente, salvo altri atti di sabotaggio interno, quelle primarie le vincerà: Matteo Renzi. Dopo essere intervenuto martedì a Ballarò, il sindaco di Firenze rilancia le proprie ambizioni per Palazzo Chigi dal salotto di Fabio Fazio a Che tempo che fa. Con il segretario e leader del Pd Pierluigi Bersani, il rottamatore usa ancora una volta toni pacati, ma la sensazione è chiara: dopo la fuga precipitosa dalla direzione del partito di mercoledì, qualcosa tra Renzi e i vertici si è rotto. Non ci sta, l'uomo nuovo, ad essere utilizzato come carta di riserva da giocare nel caso in cui le avances di Bersani ai grillini non vadano a buon fine. Nessun governo-ponte a nome di Renzi, dunque, che per diventare premier chiede ancora una volta la legittimazione popolare. Per non finire bruciato, magari, come vorrebbe qualcuno della vecchia guardia democratica. "Governo Bersani? Poco ottimista" - Renzi tifa per Bersani, ma con poco entusiasmo. "Tutto il Pd ha detto ok, vai avanti con questo tentativo, speriamo che ce la faccia. Io non sono molto ottimista, ma spero di avere torto", spiega il sindaco da Fazio a proposito della possibile alleanza in Parlamento con il Movimento 5 Stelle. E se l'alternativa di un esecutivo in tandemo Pd-Pdl non lo convince ("Non credo ci sia la possibilità di un governo così, almeno politico"), Renzi non perde l'occasione di pungere Bersani su un paio di temi. "Se Bersani aggiunge l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, non fa un atto di demagogia ma di serietà, rimettersi in sintonia col Paese", spiega Renzi sottolineando poi come sia un errore "considerare Grillo come tutti gli altri partiti e sarebbe un errore tentare di acquisire il consenso con uno scambio di poltrone alla vecchia maniera, l'inciucione". Bel colpo a chi, a sinistra, spererebbe di assicurarsi l'appoggio dei 5 Stelle affidandogli, magari, la presidenza della Camera o di qualche Commissione pesante. D'altronde, l'idea che Renzi ha dei grillini è chiara: "Non siano i nostri Scilipoti". Meglio non fidarsi. Voto a giugno e primarie - E dunque? Cosa ci aspetta? "Se Grillo si leva la maschera e decide di fare un governo con Bersani.... per carità di Dio - sospira poco convinto Renzi -. Magari chiariamoci cosa vuol dire uscire dall'euro, perché la mia opinione è che ci sia poca Europa". Porte chiuse ai 5 Stelle, quindi, e "se non ci sarà un governo Bersani, credo sia naturale, gioco forza, che si torni a votare". O, al massimo, "un governo che fa un piano sul lavoro e poi la legge elettorale". Quindi la palla passi ancora agli italiani, nel più breve tempo possibile, nella speranza che qualcuno cambi idea. Di sicuro, però, Renzi premerà perché il Pd rifaccia le primarie, anche in caso di voto a giugno: "Penso che il tema delle primarie sia fondamentale. Cosa c'è di bello nel Movimento 5 Stelle è che stanno facendo passare il messaggio che il cittadino è importante, il Pd questa cosa l'ha fatta e poi si è fermato".              

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