Boccassini manda la visita fiscale dal CavMa siamo sicuri che lei sta bene?
Non si arrende, Ilda Boccassini. Non molla il colpo. Vuole formulare la sua richiesta di condanna contro l'imputato Silvio Berlusconi, vuole farlo a tutti i costi. E così non si ferma davanti alla congiuntivite che ha colpito l'ex premier e che lo ha portato al ricovero in ospedale. Una patologia che per i legali del premier è causa di legittimo impedimento nel processo Ruby. Ma il procuratore aggiunto Ilda Berlusconi si è opposta con tutte le sue forze e ha tirato fuori gli artigli. Per convincere i giudici del collegio (che si sono riuniti in camera di consiglio) che la congiuntivite non può essere causa sufficiente a fermare il processo, ha ricostruito la storia dei certificati medici che sono stati presentati dalla difesa del Cavaliere. "Non sono un medico - ha aggiunto Ilda Boccassini - ma tutte le conseguenze" di tale patologia "un medico serio avrebbe dovuto evidenziarle fin da subito. Ciò significa che c'è stata un'escalation di certificati per far sì che l'udienza di oggi non venga svolta". A metà mattina arriva la decisione: il processo si ferma nell'attesa di un certificato medico dell'ospedale San Raffaale. Il processo si ferma ma la Boccassini no. Decide infatti di mandare un medico fiscale per verificare se le condizioni di Silvio Berlusconi siano corrispondenti a un reale impedimento. Boccassini ha segnalato peraltro che all'ospedale S.Gerardo di Monza, non molto lontano dal S.Raffaele, esiste un reparto di oculistica da dove potrebbero essere inviati i medici per accertare "le condizioni reali di salute dell'imputato e se è legittimato o meno un ricovero". Il pm ha anche domandato ai giudici che vengano messi a disposizione dei medici incaricati di effettuare la visita fiscale tutti i certificati medici finora redatti. E questo "per verificare che le condizioni prospettate fin dal 5 marzo siano corrispondenti a un legittimo impedimento" dell'ex premier. La difesa ha ritenuto superflua e inutile la visita fiscale affermando pero' che ''non c'e' preclusione'' e rimettendosi alla decisione del tribunale