Cerca
Cerca
+

Pd, Bersani pensa alle dimissioni: la Bindi al suo posto?

Bindi e Bersani

Il segretario pronto alle dimissioni pur di convincere il M5S. Il Pd vuole proporre Rosy, l'emblema della Casta: dai grillini arriverà un altro "vaffa"

Andrea Tempestini
  • a
  • a
  • a

  Potrebbe mollare. Ci ha messo diversi giorni a metabolizzare la clamorosa sconfitta elettorale, ma ora Pier Luigi Bersani starebbe valutando l'ipotesi di fare un passo indietro, di dimettersi. L'obiettivo è sempre quello: l'accordo con Beppe Grillo e fare del Pd il "perno" di una prossima e improbabile maggioranza di governo. Bersani, ospite da Lilli Gruber a Otto e Mezzo, spiega che "non ci sono questioni personali", e aggiunge di non essere considerato un ostacolo per la ricerca di una soluzione in grado di dare governabilità al Paese. Ma nel caso servisse la sua testa, ora, sarebbe disposto ad offrirla. Un ravvedimento forse tardivo, e non solo nell'ottica di un'alleanza con il Movimento 5 Stelle: il segretario di ogni partito, con buona probabilità, si sarebbe immediatamente dimesso dopo aver perso elezioni che considerava già vinte. Orrore Bindi - La novità, in via del Nazareno, è questa: il segretario sarebbe disponibile a un passo indietro rispetto all'incarico pur di riuscire a dar vita a un nuovo esecutivo, a patto però che questo serva a dare il necessario peso al Pd nella prossima legislatura. Il problema, però, è il nome che circola con più insistenza come sostituto di Bersani. Il Partito Democratico, come ultima mossa suicida nell'impossibile dialogo con Beppe Grillo, starebbe pensando a Rosy Bindi, presidente dell'assemblea del Pd e vice-presidente alla Camera. Bindi, l'emblema della Casta, per strappare un "sì" a Grillo: un'idea francamente assurda. Alla Bindi, secondo i vertici di via del Nazareno, potrebbero essere affiancate altre personalità in grado di coagulare un ampio consenso nel tentativo di dare vita a quel governo "di cambiamento" di cui Bersani ha parlato in studio dalla Gruber. La "defenestrazione" di Bersani, però, potrebbe avvenire solo dopo l'individuazione dei presidenti della Camera e del Senato, un passaggio cruciale verso la formazione del prossimo governo e sul quale sarebbe concentrato anche il Capo dello Stato.  

Dai blog