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Granata: "Fli è finito. Presto un nuovo partito"

Gianfranco Fini

Dopo la riunione fiume, il comunicato: "Abbiamo fallito, alle urne una catastrofe". E Granata: "Presto la fondazione di un nuovo soggetto"

Andrea Tempestini
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Dopo le indiscrezioni e le supposizioni, la conferma arriva da Fabio Granata: "Fli è finito. Ci sarà un'assemblea di fondazione per un nuovo soggetto politico. Dobbiamo andare oltre Fli con una identità chiara". Questo quanto ha dichiarato Granata dopo una riunione fiume che si è conclusa con un lungo comunicato che spiega come il risultato delle elezioni "è stato completamente" negativo "per colpa della intera classe dirigente". Ma non si chiude "un impegno politico" e dunque ci sarà "un ampio confronto che si concluderà con una Assemblea di fondazione che vedrà protagonista una nuova generazione e un nuovo gruppo dirigente".  "E' tutta colpa mia" - Da par suo, Gianfranco Fini nel corso dell'Assemblea aveva detto che "è inutile dare la colpa a Tizio e Caio, ma la responsibilità per la catastrofe alle urne è solo mia". Fini aveva anche detto che "Fli non sarebbe stato sciolto oggi": così è stato, ma come vi avevamo anticipato, per la dissoluzione del fallimentare partito politico ormai è questione solo di poche ore. Adesso i fari restano puntati sull'ex presidente della Camera: dopo aver archiviato il Msi, dopo aver distrutto An, dopo essere fuggito dal Pdl e dopo aver plasmato il grottesco Fli, vorrà porsi a capo di un nuovo partito politico? Possibile, probabile, anche se le parole di Granata sul "rinnovamento della classe dirigente" danno la cifra dei dissidi interni a Fli e delle resistenze che potrebbe incontrare un Fini nuovamente riciclato in veste di segretario. Il comunicato - Al termine dell'assemblea fiume, è stato redatto un comunicato in cui si spiega che "la direzione di Futuro e Libertà ha giudicato il risutlato elettorale completamente negativo. Esso ha chiuso una fase ma non pone fine ad un impegno politico. Tutto dovrà essere rapidamente azzerato in termini organizzativi perché la responsabilità dell'insuccesso, nobilmente assunta in prima persona dall'onorevole Fini, grava sull'intera classe dirigente". E ancora: "I valori non negoziabili che furono alla base della nascita di Fli restano comunque validi, ma dovranno essere interpretati con un nuovo e più ampio coinvolgimento di tutti coloro che in essi si riconoscono, quale che sia il voto che hanno espresso il 24 e 25 febbraio". Nella nota si spiega poi che "da oggi si apre una stagione costituente di approfondimento culturale e programmatico, per disegnare il profilo di una destra repubblicana e legalitaria, costituzionale ed europea, che sappia parlare al cuore degli italiani". Menia: "Fine ingloriosa" - E Gianfranco Fini, che dice? Mentre, di fatto, prepara la tavola per una nuova e con tutta probabilità fallimentare avventura politica, a chi lo interpella dice di leggere il comunicato "che ho scritto soppesando parola per parola. Siamo stati sei ore per definire questo comunicato, leggetevelo". Poche parole, e poi via: Fini dribbla la stampa. Un ultimo epitaffio all'avventura futurista arriva però da Roberto Menia, che ammette: "Fli è finita in maniera abbastanza ingloriosa. Ma questo non vuol dire che quando si cade ci si possa rialzare". Menia, però, non si rassegna a parlare di scioglimento del partito, ma spinge su "una fase di riflessione approfondita sul futuro di Fli. Non direi che si può parlare di scioglimento visto che c'è lo statuto, ci sono delle regole. Ora, è il momento di riflettere".

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