Processo Unipol, Berlusconi condannato a un anno
Due anni a suo fratello Paolo entrambi sono accusati di concorso in rivelazione di segreto d'ufficio
Eccolo il primo affondo del giudici, dopo il sorprendente risultato elettorale di Silvio Berlusconi. I giudici della quarta sezione penale del Tribunale di Milano hanno condannato Silvio Berlusconi a un anno di carcere, suo fratello Paolo è stato condannato a due anni e tre mesi (i giudici lo hanno assolto dall'accusa di millantato credito e ricettazione). L'ex premier e suo fratello erano stati messi sotto accusa per la pubblicazione della telefonata Fassino-Consorte uscita sul quotidiano Il Giornale all'epoca della scalata di Unipol-Bnl, nel dicembre del 2005. Per l'ex premier il pm Maurizio Romanelli ha chiesto un anno di carcere, 3 anni e 3 mesi invece la pena chiesta per Paolo Berlusconi, accusato di concorso in rivelazione di segreto d'ufficio e ricettazione, chiesta invece l'assoluzione per il reato di millantato credito. Oltre a condannare Silvio e Paolo i giudici di Milano hanno stabilito un risarcimento di 80 mila euro a favore di Piero Fassino, che si era costituito parte civile nel processo. "Una persecuzione intollerabile", così Silvio Berlusconi con una nota ha commentato la sentenza delle toghe milanesi. "E' davvero impossibile - incalza l'ex premier - tollerare una simile persecuzione giudiziaria che dura da vent'anni e che si ravviva ogni qual volta vi sono momenti particolarmente complessi nella vita politica del Paese" L'accusa Stando all'ipotesi accusatoria il Cavaliere ottenne da alcuni imprenditori copia dell'intercettazione della telefonata Fassino-Consorte (''allora abbiamo una banca?''), successivamente pubblicata il 31 dicembre 2005 sulla prima pagina de 'Il Giornale' nonostante fosse coperta dal segreto istruttorio. Per lui la Procura ha chiesto una condanna pari a 1 anno. Più numerose le accuse contestate al fratello Paolo, che in qualità di editore del quotiano di Via Negri risponde anche di ricettazione e millantato credito e per questo rischia una pena pari a 3 anni e 3 mesi. La difesa "Siamo molto sorpresi". Così l'avvocato Piero Longo, uno dei difensori di Silvio Berlusconi, commenta la sentenza di condanna. "Sono dispiaciuto e costernato perché sono convinto che gli elementi di prova a carico di Silvio Berlusconi siano insufficienti e contradditori, se non del tutto mancanti". Longo torna poi sul trattamento 'specialè che, a suo dire, sarebbe riservato a Milano a Berlusconi: "Mi chiedo con altri imputati cosa sarebbe successo, ma trattandosi di Berlusconi ed essendo a Milano, non sorprende la condanna". E aggiunge: "Credo sia la prima volta che qualcuno venga condannato per segreto istruttorio, attendiamo la decisione dei giudici sulla ricusazione del collegio". Due pesi e due misure Effettivamente se si pensa a tutte le telefonate di Silvio Berlusconi pubblicate dai giornali, alle sue conversazioni che dalle Procure sono passate sulle colonne dei giornali, soprende che lui sia l'unico ad essere condannato per un reato che, per altri, rimane sepolto sotto paccate di atti giudiziari: la rivelazione del segreto istruttorio. Lo stesso Berlusconi, nella sua nota, ha scritto: "Sono stato oggetto di migliaia di articoli di giornali e di trasmissioni televisive che hanno propagato ogni e qualsivoglia notizia di indagine sia coperta da segreto sia con divieto di pubblicazione. Ho presentato decine di denuncie in merito e mai e poi mai si è arrivati ad un processo. In un caso hanno addirittura smarrito il fascicolo con la mia denuncia. E per la pubblicazione su un giornale non controllato in alcun modo da me, senza neppure portare a processo il direttore responsabile dell'epoca, mi si condanna perché avrei prima della pubblicazione ascoltato la intercettazione in oggetto".