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Sul dialogo col Pdlinciucio Renzi-D'AlemaE intanto Veltroni...

Il "rottamatore" e "baffino", diversi in tutto, rompono il tabù dell'intesa a destra

Matteo Legnani
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La strana coppia del Pd Renzi-D'Alema, osservava ieri qualcuno. Stranissima se si giudicano le due visioni della classe dirigente democratica: l'ex premier da una vita in politica (ma che si è «autoliquidato» non candidandosi più in Parlamento), contro il rottamatore che gli ha lanciato l'ultima stoccata in diretta a Ballarò, giusto l'altra sera. Ce l'aveva con l'intervista che Baffino ha rilasciato di recente al Corriere, quella in cui ha aperto alla possibilità di dialogo non solo con il Movimento Cinquestelle di Beppe Grillo, ma anche con il “nemico” Pdl. "A loro dobbiamo lasciare la presidenza delle Camere", diceva. E poi, guarda caso, anche il giovane Matteo, parlando in tv, ha dichiarato testuale: "Un governo Pd-Pdl in un paese normale non sarebbe uno scandalo, ma in Italia non lo si farà". Con Walter Veltroni e i suoi l'asse pare già in fase di formazione. Ieri in tanti hanno notato un fitto conciliabolo sul terrazzo del Nazareno tra Renzi e l'ex sindaco di Roma. Il quale, guarda caso, è un altro degli illustri assenti al momento del voto per sancire il via libera al segretario Bersani. Veltroni ha fatto esattamente come Renzi, o forse è Renzi che ha fatto come Walter: dopo la relazione di Pier Luigi via veloci. Leggi l'articolo integrale di Brunella Bolloli su Libero in edicola giovedì 7 marzo

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