Berlusconi: torna Forza Italia
Una campagna elettorale permanente, ogni settimana un raduno di piazza. Con le bandiere di Forza Italia. Insomma, spostarsi dal palazzo alle piazze per tornare vicino alla gente. "Bisogna tornare alle piazze, ammette il Cavaliere nell'incontro di martedì 5 marzo a Villa Gelmetto con i neoparlamentari, quelle piazze lasciate per troppo tempo in mano a Beppe Grillo che è riuscito a parlare alla pancia della gente". E così Silvio ha annunciato la sua intenzione di rispolverare il vecchio simbolo attuando quel rinnovamento che annuncia da tempo ma che finora non aveva ancora realizzato. Il primo appuntamento è fissato per il 23 marzo a Roma, in Piazza del popolo. Vittoria sfumata Il Cavaliere, inoltre, si è sfogato spiegando ai suoi che senza l'annullamento in media di cinque schede per sezione, il centrodestra avrebbe vinto le elezioni con oltre 250mila voti di vantaggio. Troppe, denuincia Berlusconi, oltre 870mila schede nulle contante alle politiche. Berlusconi è rammaricato per questi voti perduti, ma allo stesso tempo galvanizzato dai sondaggi post-elettorali che dicono che oggi il centrodestra sarebbe la prima coalizione (29,8 per cento contro il 29,1 per cento del centrosinistra). Grillo è in risalita ma se si votasse oggi non vincerebbe dato che è fermo al 27,7 per cento. Per quanto riguarda la fiducia degli italiani, Berlusconi è primo al 36,2%m contro il 34,3% di Grillo e il misero 25% di Bersani in caduta libera. Tornando all'incontro di ieri, per Montecitorio, i nomi più gettonati sono quelli di Maurizio Lupi, Mara Carfagna, Mariastella Gelmini e Renato Brunetta, mentre per Palazzo Madama, se non sarà lo stesso Berlusconi ad assumere l'incarico di capogruppo come propone Gianfranco Rotondi, l'identikit tracciato dal Cav porta ai nomi di Anna Maria Bernini, Lucio Malan e, in subordine, Paolo Romani .l Cav aspetta le mosse di Pier Luigi Bersani prima di lanciare la controfferta: un nome super partes (Annamaria Cancellieri?) da proporre al Quirinale per la guida di un esecutivo di scopo. Niente tecnici, però: il governo sarebbe politico.