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Il Pd alla resa dei contialla direzione Bersani si gioca tuttoma con Grillo è un salto nel vuoto

Il segretario alla direzione nazionale si gioca tutto. Vendola vuole l'accordo improbabile dei grillini. Ma un'intesa con Berlusconi potrebbe essere la via d'uscita più sicura. Intanto il sindaco di Firenze si scalda in panchina

Ignazio Stagno
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Pier Luigi Bersani ha dalla sua il solito destino: restare schiacciato tra due massi. Se prima del voto i macigni erano il Prof e Nichi Vendola, ora resterà per parecchie settimane sotto il peso di Sel che vuole un'alleanza con i Cinque Stelle e sotto quello di un partito allo sbando che guarda a Renzi o ad un governissimo con il Pdl. Non è un mistero il fatto che in via del nazareno preferiscano gli azzurri ai pentastellati. Lo stesso Enrico letta ha affermato: "Di sicuro il Pdl per un'alleanza è meglio di Grillo". Oggi c'è la resa dei conti. Si riunisce la direzione del Pd. Bersani dovrà spiegare cosa intende fare e quale sia la sua strategia per le prossime settimane. Il silenzio di Bersani - Il segretario per troppo tempo è rimasto in silenzio. Non una parola. E mentre lui si preparava all'appuntamento di oggi, il resto del partito ha fatto ciò che deve fare un leader: discutere e proporre. Matteo Renzi è andato in tv, ha incontrato Mario Monti e citando Bersani ha affermato: "Abbiamo troppi tacchini e giaguari sui tetti non possiamo andare avanti così". Un messaggio al veleno per il segretario, salvo poi trincerarsi dietro un: "Abbiamo perso è inutile negarlo, ma non voglio pugnalare Bersani". Intanto Stefano Fassina a poche ore dalla resa dei conti lancia un messaggio forte a Bersani: "E'complicato, in quadro come quello attuale, pensare a un governo con una qualche stabilità. Non mi pare ci siano le condizioni. Noi - ribadisce - non siamo disponibili a sostenere un governo con il Pdl, lo consideriamo incompatibile per noi sul terreno della ricostruzione morale che deve avvenire nel Paese". Silvio è l'unica soluzione -  Insomma con Berlusconi non si tratta. Ma Bersani sa bene che quella possa essere l'unica strada verso palazzo Chigi che possa avere un minimo di durata nel tempo. Il Cav con Bersani è stato chiaro: "Faccia il leader, o i suoi andranno a sbattere contro un muro". Da Bersani ancora e solo silenzio. Intanto Renzi si farà un giretto alla direzione nazionale, così tanto per far sentire la sua voce e per provare, magari, a metter all'angolo Bersani. "Silenziare" Renzi -  Il giovane rampollo vogliono tenerlo a bada. A farlo ci pensa Paolo Gentiloni: "Le battaglie che ha fatto Renzi e che ho condiviso sono assolutamente attuali dal punto di vista dei contenuti, ma penso che abbia fatto bene a scegliere di non rilanciare in questa fase: gli si potrebbe dare il premio disciplina per come si è comportato in questi giorni e dopo il 2 dicembre". Governo tecnico? - Se la linea di Sel e di Bersani dovesse passare, lo scenario è questo: il segretario va a palazzo Chigi, alla presidenza del Senato va Dario Franceschini, alla Camera un Cinque Stelle e al Colle va Romano Prodi che ha ottimi rapporti con Gianroberto Casaleggio. Bersani è disposto a tutto pur di avere la poltrona di premier. Pd e Cinque Stelle. Un salto nel buio. Quanto dureranno? L'unica via davvero praticabilòe sembra quella di un governo tecnico in cui il timone lo tiene in mano Napolitano. Con buona pace di Bersani e di tutti i "compagni". 

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