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Sondaggio post-voto: Grillo schizza al 28,5%

Grillo, Berlusconi, Monti e Bersani

Ingovernabilità. L'Italia potrebbe tornare presto al voto. E già circolano le prime rilevazione: le Cinque Stelle sempre più forti. Ammazzeranno la Casta?

Andrea Tempestini
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Dalle urne è uscito un non governo. La maggioranza è una chimera. La sera stessa del voto si pensava alla successiva tornata elettorale. L'Italia, infatti, potrebbe tornare alle urne presto. Molto presto. I partiti lo sanno. Beppe Grillo lo sa. E lo sanno pure i sondaggisti, che in verità, alle ultime elezioni, non hanno fatto una gran figura: quasi tutti hanno sbagliato praticamente tutto. Ma i numeri sono affascinanti, e nonostante gli errori degli istituti demoscopici si guarda ancora (e sempre lo si farà) con occhio interessato a quelle cifre, a quelle percentuali. E le rilevazioni circolano anche in questi giorni. Monti, addio - Il primo sondaggio post-elettorale è stato pubblicato dal sito affaritaliani.it. Com'è cambiata la geografia politica italiana dopo il voto del 24-25 febbraio? Semplice: Grillo pare avere sempre più voti, Pd e Pdl vedono crescere il loro consenso mentre invece i partiti minori delle due principali coalizioni risultano in calo. A picco, infine, Mario Monti, leader di quel "centrino" che non ha saputo intercettare né gli umori degli italiani né una fetta di consenso sufficiente per rivelarsi decisivi in Parlamento. Chi sale, chi scende - Ma passiamo ai numeri. Il Partito Democratico, nonostante la batosta (o vittoria mutilata, o non vittoria; fate voi), secondo la rilevazione Lorien pubblicata da scenaripolitici.com sarebbe passato dal 25,41% al 29 per cento. Bersani e compagni rubano voti a Nichi Vendola, semopre più irrilevante: Sel passa dal 3,2% al 2,5 per cento. Come detto, però, a farla da padrone sarebbe Beppe Grillo: il Movimento 5 Stelle guadagna altri tre punti, passando dal 25,55% al 28,5 per cento. Gode per l'inaspettata vittoria alle elezioni anche il Pdl: gli azzurri "capitanati" da Silvio Berlusconi balzano dal 21,56% al 26,5% (e lo fanno anche a scapito della Lega Nord, che perde mezzo punto percentuale e si assesta al 3,5 per cento. Infine, l'eclissi dei "centrini" e di Mario Monti, che con la sua Scelta Civica dal già striminzito 8,3% crollerebbe fino al 5 per cento.  

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