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Fini, l'ultimo disastro: non ha più soldi e chiude Fli

Con due soli senatori eletti e senza rimborsi, Futuro e Libertà sbaracca la sede di Roma. I dipendenti se ne vanno con il Parmigiano emiliano...

Giulio Bucchi
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  di Tommaso Montesano Chiuso per fallimento. All'esterno, accanto al portone, la targa c'è ancora. Al centro il simbolo di Fli-Futuro e Libertà, più in basso la scritta «direzione nazionale». Così c'è ancora, ancorché scritto a pennarello, il nome «Fli» sul citofono di via Poli, civico 29. Ma tra pochi giorni, dalla prossima settimana, spariranno entrambi. Perché il partito di Gianfranco Fini, dopo la batosta elettorale incassata alle elezioni di domenica e lunedì scorsi, sbaracca. Sarebbe insensato, del resto, continuare a pagare un affitto per una dozzina di stanze all'ultimo piano di un palazzo tra via del Tritone e piazza San Silvestro, a due passi da Montecitorio, per due soli senatori. Tanti sono, infatti, i parlamentari finiani sopravvissuti allo tsunami elettorale che ha investito la formazione del presidente della Camera: Benedetto Della Vedova e Aldo Di Biagio. Il primo eletto in Lombardia, il secondo nella circoscrizione estero. Entrambi salvi per essere stati inseriti nel listone unico dei centristi per Palazzo Madama e non nelle liste della Camera, che hanno raccolto lo 0,4%.  Visto che di fondi ce n'erano già pochi - essendo nato ufficialmente nel 2011, Fli non ha ricevuto alcun rimborso elettorale e il bilancio ne risente - la chiusura della sede è un passo obbligato. Venerdì, i dipendenti hanno iniziato a portare via gli scatoloni. Alcuni di loro sono stati visti allontanarsi addirittura con confezioni di parmigiano. «Per aiutare le aziende terremotate, erano state acquistate forme danneggiate dal sisma in Emilia», ha spiegato uno degli impiegati prima di aggiungere: «Almeno avremo qualcosa da mettere in tavola, un contentino...». Ufficialmente, fanno sapere dallo staff di Fini, la sorte della sede di via Poli sarà decisa martedì prossimo. La smobilitazione, però, è già iniziata. Gli uffici sono ormai deserti e la decisione è presa: il contratto di locazione non sarà rinnovato.  Inaugurata in grande stile a metà luglio del 2011, nelle intenzioni di Fini la sede di via Poli avrebbe dovuto diventare il quartier generale della «nuova destra». Solo un anno fa, il presidente della Camera puntava a tenere a battesimo anche gli uffici del Centro studi di Fli. Scottato dall'esperienza di FareFuturo, che aveva finito per rubare spazio e visibilità allo stesso Fini, il leader di Fli avrebbe creare una sua fondazione da mettere al servizio del partito. Per questo era stato convinto Mario Ciampi, già direttore di FareFuturo, a restare con Fini riservandogli una stanza in via Poli. Ma il progetto, causa mancanza di fondi, non è mai decollato. Adesso dovrà traslocare anche lui.     

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