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Pd, Bersani accetta l'agenda Grillo:"Ok a legge sul finanziamento ai partiti"

Ignazio Stagno
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Pier Luigi Bersani annaspa ancora nel mare profondo delle trattative. E' un segretario che non ha più un partito dietro ed è un candidato premier che non ha più una credibilità. La linea se la fa dettare dagli altri. Accetta tutte le condizioni e pur di non peredere palazzo Chigi asseconda Grillo e Renzi. I due, Bersani se li sogna la notte, quasi come fossero un icubo. E per dormire con un pò di tranquillità comincia a trattare ed apre a tutte le richieste di Grillo (e di Renzi): "Vorrei dire a Grillo che non m'impressiona. Ho le spalle abbastanza solide per sopportare tutte le battute e gli insulti. Gli pongo una sola questione, che si chiama democrazia. Io voglio fare una legge sui partiti e sono pronto a discutere del finanziamento ai partiti".  Bersani vuole solo la poltrona - Poi Bersani, intervistato da Presa diretta parla della sua leadership e rivendica ancora una vittoria che è solo nella sua testa: "Non avrò vinto, ma è la prima volta che un partito di sinistra ha la maggioranza, assoluta o relativa nelle Camere. Avrò anche perso ma è la prima volta". E dopo aver cercato di diferndere l'indifendibile manda un altro messaggio ai Cinque Stelle: "Adesso si può e dico a Grillo: finanziamento ok, però tu adesso mi spieghi, quando facciamo la legge sui partiti, com'è la trasparenza e la partecipazione, come si eleggono gli organismi dirigenti, com'è il codice etico per le candidature. Facciamo questa sfida, perché parliamo di democrazia, che è un bene indivisibile, non ci può essere l'uomo solo al comando. Dopo Bersani c'è il Pd, dopo Grillo voglio sapere cosa c'è, non per Grillo ma per l'Italia. Su questo noi non molliamo , su tutto il resto si discute". Insomma Pier è pronto ad accettare l'agenda del Movimento Cinque Stelle. Non importa che lui abbia ormai un partito fantasma alle spalle. Lui vuole solo la poltrona.         

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