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I grillini viaggiano già gratis(e si beccano 11mila € al mese)

Una manifestazione del M5S

S'impegnano a tagliarsi la paga a 2.500 €, ma per legge non possono: dovranno trovare un modo per "disfarsi" di 7mila € al mese. E non pagano treni e autostrada

Andrea Tempestini
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di Antonio Castro Ma quanto prenderanno i parlamentari grillini? I 2.500 euro netti al mese - come promesso - o i quasi 11mila euro comprendendo diarie, rimborsi e altri benefit? Mettendo in colonna le regole 5Stelle è probabile che il bonifico mensile del Servizio competenze parlamentari sfiori gli 11mila euro. Queste le regole definite da Beppe Grillo: «L'indennità parlamentare percepita dovrà essere di 5 mila euro lordi mensili, il residuo dovrà essere restituito allo Stato insieme all'assegno di solidarietà (detto anche di fine mandato). I parlamentari avranno comunque diritto a ogni altra voce di rimborso tra cui diaria a titolo di rimborso delle spese a Roma, rimborso delle spese per l'esercizio del mandato, benefit per le spese di trasporto e di viaggio, somma forfettaria annua per spese telefoniche e trattamento pensionistico con sistema di calcolo contributivo». In verità bisogna riconoscere che il Regolamento per i parlamentari del MoVimento 5 Stelle - diffuso l'altro ieri - introduce per la prima volta in Parlamento la restituzione di parte dell'indennità parlamentare.  Considerando che l'indennità parlamentare è di circa 11mila euro al mese (per 12 mensilità), allo Stato dovrebbero tornare ben 7mila euro. Ma non sarà così. Infatti il regolamento per gli emolumenti di Camera e Senato non prevede la restituzione preventiva o la rinuncia agli emolumenti. E quindi l'unica possibilità concreta è di incassare tutta l'indennità salvo poi versarne la parte eccedente «allo Stato». Dove, come e quando è tutto da costruire.  Encomiabile l'intenzione di autoridursi l'emolumento, peccato che l'Indennità rappresenti solo una parte dei quattrini che gli italiani spendono per tenere aperti Palazzo Madama e Montecitorio; circa 1,5 miliardi l'anno (rispettivamente 535 e 943 milioni). Infatti, oltre all'Indennità (11mila euro), il parlamentare ha diritto alla Diaria: ben 3.503,11 euro al mese - come ricostruito dall'Huffington Post - «ai quali vanno sottratti 206,5 euro per ogni giorno di assenza dai lavori parlamentari e 500 euro se le assenze superano una certa percentuale».I grillini usufruiranno di tessere per la libera circolazione autostradale, ferroviaria, marittima ed aerea per i trasferimenti sul territorio nazionale. Poi ci sono altri 3.690 euro al mese come rimborso spese per l'esercizio del mandato, il 50% per pagare i collaboratori, il 50% in maniera forfetaria. Ci sono poi i rimborsi chilometrici: 3.995 euro ogni tre mesi se il deputato vive oltre i 100 km da Roma. Altri 1.331,7 euro al mese. E, infine, i 3.098,74 euro annui di rimborso delle spese telefoniche. Altri 258,6 euro al mese. Tirando le somme anche fissando a 2.500 euro lo “stipendio” si superano gli 11mila.  In sostanza verrà duplicato il meccanismo già adottato dagli onorevoli siciliani eletti all'Assemblea regionale. A Palermo gli onorevoli grillini - schifati dai 20mila euro di emolumento - hanno infatti adottato da gennaio la tecnica dello storno. Facendo impazzire il servizio amministrativo dell'Ars, i grillini avevano inizialmente richiesto di incassare solo un assegno di 2.500 euro netti al mese (circa 5mila euro lordi per 12 mensilità). Peccato che il regolamento siciliano non preveda questa facoltà. Se ne è usciti con uno stratagemma degno del Gattopardo battezzato “Restitution day”. In sostanza : i parlamentari siciliani oggi incassano tutto l'assegno, poi però ciascuno versa in un conto della Regione la parte eccedente i 2.500 euro di stipendio. I 15 parlamentari siciliani a 5 Stelle il 9 gennaio scorso hanno così inaugurato la stagione del “bonifico di ritorno” che per adesso affluisce su un conto corrente dell'Ars. A gennaio (retribuzioni di dicembre) erano stati “girati” oltre 123mila euro. Ma restituire il 70% dell'emolumento è soltanto la prima parte del progetto. Infatti i grillini di Sicilia hanno messo a punto una norma - inserita nella Finanziaria regionale - per destinare il “malloppo” ad fondo per il microcredito alle Pmi siciliane. Per il momento l'iniziativa è andata a sbattere contro il fisco. E infatti agli emolumenti degli onorevoli siciliani viene applicata la tassazione come se incassassero tutto. Con una maggiore tassazione che si mangia una bella fetta della “donazione”. Ma l'obiettivo, ha spiegato  il capogruppo temporaneo Giancarlo Cancelleri «è che l'Ars ci accrediti solo la somma che intendiamo trattenere». Evitando anche di far lievitare l'imponibile personale e di disperdere le risorse per finanziare artigiani e piccoli imprenditori. Bella la rivoluzione, ma con il fisco non se ne esce neppure da parlamentari a 5 Stelle....

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