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D'Alema apre a Pdl e Cinque Stelle:"A loro presidenze di Camera e Senatoe Pier Luigi va a palazzo Chigi"

L'ex premier prova a indicare la strada. "Tutti devono assumersi la responsabilità in parlamento, non faremo un governissimo, ma in autonomia dobbiamo collaborare insieme..."

Ignazio Stagno
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A bocce ferme cominciano le riflessioni. Quelle più fredde e mirate a dare una chiave interpretativa al futuro. A farlo, per un Pd allo sbando, è Massimo D'Alema che fa quello che dovrebbe fare Pier Luigi Bersani, ovvero dare un'indicazione chiara dei progetti del centrosinistra. "Baffino" con un'intervista al Corriere della Sera indica la rotta: "Voglio essere chiaro, c'è qualcosa che non può essere fatto nel modo più assoluto e cioè offrire al Paese l'immagine di partiti che cominciano le trattative per un qualche governissimo". Coinvolgere tutti -  Insomma D'Alema in questo momento chiude le porte ad un inciucio tra Pd e Pdl, ma lascia uno spiraglio. "Io parlo di un'assunzione di responsabilità. Mi riferisco alla possibilità che cisacuno, mantenendo la propria autonomia, possa confrontarsi in parlamento alla luce del sole. Il primo problema è il funzionamento delle istituzioni e ritengo che le forze politiche maggiori debbano essere coinvolte", spiega D'Alema. Tra le righe si legge la voglia da parte di "Baffino" di procedere a fari spenti per trovare magari una larga intesa anche lat-minute. Presidenze della Camere a Pdl e M5S -  E D'Alema mette sul tavolo proproste concrete per gli altri partiti. "Al centrodestra e al Movimento Cinque Stelle devono andare le presidenze delle due assemblee parlamentari, ovviamente sulla base della proposta di personalità che siano adeguate a ruoli istituzionali". Dunque presidenza di Camera e Senato a Pdl e M5S. Le poltrone per "Baffino" sono pronte. Bersani premier - E su quella di palazzo Chigi? "Lì ci sarà Bersani, che rappresenta il partito che ha la maggioranza relativa". Pier ha superato almeno l'esame del prof D'Alema. Ma a dettare legge nel Pd sembra che sia sempre "Baffino", che dopo aver indicato tutte le poltrone forse pensa alla più ambita, quella che sta dalle parti del Quirinale.

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