Grillo vuole abolire gli stipendi pubblicie promette un reddito di cittadinanza
La proposta di certo allarma già gli italiani. Il leader del M5S non usa mezzi termini: "Le spese dello Stato sono insostenibili, bisogna tagliare tutto"
Tra poco i parlamentari Cinque Stelle metteranno piede a Roma. C'è attesa per capire quali saranno materialmente le loro proposte e come potranno convergere sulle scelte del prossimo governo. A togliere ogni dubbio ci pensa Beppe Grillo che con un post sul suo blog se la prende con gli stipendi pubblici e fa capire, esplicitamente, che vanno aboliti. "Ogni mese lo Stato deve pagare 19 milioni di pensioni e 4 milioni di stipendi pubblici. Questo peso è insostenibile, è un dato di fatto, lo status quo è insostenibile, è possibile alimentarlo solo con nuove tasse e con nuovo debito pubblico, i cui interessi sono pagati anch'essi dalle tasse. E' una macchina infernale che sta prosciugando le risorse del Paese. Va sostituita con un reddito di cittadinanza", ha scritto Beppe sul suo blog. Ecco spiegato come e dove Grillo vuole prendere le coperture finanaziarie per il suo "reddito di cittadinanza". Semplice, per lui, basta eliminare tutti gli stipendi pubblici. Quindi insegnanti, impiegati, forze dell'ordine e tanti altri che lavorano nelle istitiuzioni e negli apprati dello Stato resteranno senza il loro stipendio. Avranno però un reddito di cittadinanza che ammonta a circa 800 euro. Se queste sono le idee che i grillini porteranno in parlamento, la Grecia non è vicina. Di più, a Roma già si balla il sirtaki. Il vaffa a Bersani - E intanto dopo aver lanciato la sua bomba programmatica ora Beppe sgancia anche un siluro a Bersani. Grillo con un post al veleno chiude di fatto le porte al Pd per qualunque collaborazione: "Bersani è uno stalker politico. Da giorni sta importunando il M5S con proposte indecenti invece di dimettersi, come al suo posto farebbe chiunque altro. E' riuscito persino a perdere vincendo. Ha superato la buonanima di Waterloo Veltroni". E avverte: "Il M5S non darà alcun voto di fiducia al Pd (nè ad altri)".