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Fini: non desisto per il bene dell'Italia

Lucia Esposito
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Certo, non dev'essere facile dopo trent'anni traslocare, lasciare il fantastico mondo del Parlamento con tutti i benefici connessi,. Per Gianfranco Fini questo giorno è arrviato. Il ciclone delle elezioni 2013 ha coinvolto pure lui e il suo Fli diventato piccolo, sempre più piccolo fino a sparire. L'alleanza  con Monti si è trasformata in una condanna a morte per Gianfry. Ma forse la sua fine politica era già arrivata prima, quando è scoppiato lo scandalo della casa di Montecarlo o, prima ancora, quando ha deciso di togliere il sostegno al governo Berlusconi.  Nostalgia canaglia - Comunque sia, i numeri sono numeri. Non si possono contestare. Nella loro aridità racchiudono una sentenza, mettono una croce su trent'anni di attività politica. Gianfranco Fini è stato bocciato dagli elettori. Ma lui, sarà per quella nostalgia che ti prende quando ti accorgi che in un giorno solo hai perso tutto quelli che avevi, non si arrende. Non vuole schidari. "Se amare l'Italia ha un costo ma ne vale comunque la pena, non rientrare in Parlamento non è certo un motivo sufficiente per desistere dal tentativo di rappresentare da destra un'Italia mille miglia lontana dal berlusconismo e dal grillismo. Nei prossimi giorni con le amiche e con gli amici di Futuro e Libertà, che ringrazio comunque per il loro lavoro, valuteremo come dar vita ad una nuova stagione di impegno culturale e politico per consentire ad una generazione più giovane di continuare in prima persona a lavorare per una Italia migliore". Ostinato? Determinato? Gianfranco non si arrende. Neanche all'evidenza del verdetto elettorale. 

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