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Lo spettro del "pareggione":potremmo tornare al votosoltanto per il Senato

L'articolo 88 della Costituzione permette a Napolitano di riaprire i giochi in un'aula soltanto se non ci fosse una maggioranza netta

Ignazio Stagno
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Scenario del day-after. Il centrosinistra vince le elezioni, ma ha una maggioranza risicatissima al Senato. In pratica non può governare. Se dovesse diventare realtà il trionfo dell'instabilità e dell'incertezza, una soluzione ci sarebbe. La fornisce l'articolo 88 della Costituzione che prevede lo scioglimento di una sola Camera. In questo caso quella di palazzo Madama.  Potere di Re Giorgio - Il presidente della Repubblica potrebbe forzare la mano per chiedere agli italiani un altro voto per dare stabilità ad una maggioranza in tutti e due i rami del parlamento. La partita per il Senato mette i brividi. A decidere della stabilità del governo sono in pratica le regioni chiave. Quelle che con il premio di maggioranza a base regionale regalano più seggi al Senato. Le regioni in bilico in questo senso sono: Lombardia, Veneto, Campania e Sicilia. Legge "porcata" -  Il "porcellum", la legge elettorale con cui andremo alle urne domani e lunedì prevede un premio di maggioranza solo alla Camera. La coalizione che lo afferra a Montecitorio non potrà però averlo a palazzo Madama. La natura delle due camere è diversa. Il Senato è una camera su base regionale che deve garantire la rappresentanza delle regioni con i vari senatori nel parlamento. Per questo motivo la legge tratta in maniera differente i due rami del parlamento. Rischio astensione - Comunque Napolitano, è solo un'ipotesi, potrebbe ricorrere a questo "trucco" per riportare gli italiani alle urne e per dare una stabilità al governo. Ma in quanti saranno disposti a rivotare? Secondo gli esperti alle urne tornerebbero in pochi con il rischio di un alto tasso di astensionismo. Un secondo voto a pochi mesi dal primo potrebbe far pensare ad una sorta di "doppio turno" alla frencese. In Italia non ci sono precedenti di scioglimenti di un solo ramo del parlamento. La Costituzione però lo prevede. I padri costituenti sapevano già che nel Paese avrebbe governato il caos. 

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