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Giannino: mi hanno asfaltato la vita privata, porto la croce

L'ex leader del Movimento è al comizio finale ma non sale sul palco: il tamburo a morte suonerà per altri

Lucia Esposito
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Applausi, cori da stadio, folla  entusiasta al grido di "Oscar, Oscar, Oscar". Ma Oscar Giannino sul   palco della piazza Santi Apostoli, dove si è conclusa la campagna   elettorale del suo movimento "Fare per fermare il declino", non è mai salito, come promesso. Eppure la folla  lo fermava, lo incoraggiava, c'era persino chi gli presentava i   bambini. Molti sorrisi, molte strette di mano, poche, pochissime   parole. Soddisfatto di questo entusiasmo, della fedeltà dei suoi  sostenitori, Giannino, che forza le dà questa piazza gremita? "Dà   forza a questo movimento che è   solo all'inizio. E che gli altri riprendano pure a preoccuparsi  perché pensano di averlo ucciso, invece non è così".  Giaccone verde, pantaloni marronim un foulard al collo, borsalino, sembra un aderente come gli altri in piazza, non sale sul palco dove invece l'ultimo appello viene lanciato dalla nuova leader Silvia Enrico. Dopo la figuraccia sui falsi titoli di studio Giannino, il giornalista mette in guardia chi crede che sia finita per il suo movimento: ci sarà un calo fisiologico ma il tamburo a morte suonerà per altri. Giannino parla anche di sè: "E' stato un massacro e adesso porto la croce, mi hanno asfaltato la vita privata che adesso devo ricostruire insieme a 32 anni di credibilità.  E' una vita che studio, studierò anche questo fine settimana". 

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