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Grillo, dal comizio finale caccia la stampa italiana

Comizio finale del comico in piazza San Giovanni a Roma: bagarre con la stampa, nel backstage solo quella estera. Poi la mediazione della polizia

Andrea Tempestini
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Non si smentisce, il dittatore a 5 stelle. Ultimo atto della campagna elettorale nella gremita piazza San Giovanni a Roma e ultimo colpo di teatro di Beppe Grillo: solo giornalisti stranieri ammessi all'evento. Più una gentile concessione per la troupe di SkyTg24, che evidentemente il leader del Movimento 5 Stelle considera anglosassione. Tutti gli altri fuori dal backstage del palco del "Sarà un piacere Day", la tappa finale del cosiddetto "Tsunami Tour". Beppe Grillo, insomma, un po' come Elsa Fornero (che in presenza dei giornalisti, negli ultimi mesi di governo, non voleva nemmeno parlare) e un po' come Rosy Bindi, che non ha voluto rispondere a un cronista di Report, che è poi stato malmenato dallo staff.  Il M5S chiama i carabinieri contro i giornalisti - Nella bagarre di piazza San Giovanni sono arrivate anche le forze dell'ordine. La tensione è cresciuta quando per frenare i giornalisti che protestavano gridando "vogliamo lavorare", gli organizzatori hanno fatto schierare una decina di carabinieri per garantire l'ordine pubblico. Un cronista parlamentare è stato trattenuto per qualche minuto. Ma è intervenuta la polizia per mediare e per spiegare agli organizzatori che c'è il rischio di creare problemi di ordine pubblico e che sarebbe opportuno consentire ai cronisti di accedere nella zona vicina al palco in modo da poter seguire l'intervento di Grillo.  La "pace" - Così dopo tre ore di attesa e numerose proteste i giornalisti della stampa italiana sono finalmente stati ammessi in fila davanti al gazebo degli accrediti dello staff del Movimento 5 Stelle per potersi poi avvicinare al palco su cui "performerà" Grillo. "Sono vent'anni che si fanno manifestazioni in questa piazza e non è mai successa una cosa del genere", ha più volte scandito una delle fotografe assiepate con cronisti e fotoreporter davanti al divieto di accesso ribadito dallo staff presente e dall'ufficio stampa che presidia piazza San Giovanni.   Le proteste - Nel corso della "trattativa", numerose e veementi le proteste dei giornalisti: "E' incredibile! Lo fate per impedire che possiamo rivolgere domande scomode". Un altro aveva poi fatto eco: "Non vedo che male potremmo fare, abbiamo solo bisogno di un posto dove poterci sedere e scrivere". La spiegazione che veniva fornita in modo più frequente ai cronisti era che non fossero accreditati, e si spiegava che erano arrivati prima gli accrediti della stampa estera.  

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