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Monti ad Alfano: sto con te se molli Berlusconi e Lega

Matteo Legnani
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Il Prof Mario Monti, che sente sfuggirgli il terreno sotto i piedi, prova ad aggrapparsi di qua e di là. Ha già capito che Fini e Casini sono due palle al piede che lo faranno "scendere" anzitempo da quella politica alla quale era salito solo pochi mesi fa. E così si sbraccia a destra e a sinistra, in cerca di appigli. Del suo futuro (e probabile) "inciucio col Pd si è scritto tanto da riempire d'inchiostro un oceano. L'ultima versione dell'appello a Bersani & C. è quella della "grande coalizion sulla base della comune volontà di procedere con le riforme". Ma stasera, parlando a Sky Tg24, Monti tende una mano addirittura al Pdl. A condizione, spiega il premier, che sia "senza Berlusconi e senza Lega" (Fratelli d'Italia e altre appendici il Prof non le considera nemmeno). Per lui, "l'attuale coalizione con Berlusconi e la Lega è di destra non di centrodestra". Il suo è un appello diretto ad Angelino alfano. Con lui ho avuto un ottimo rapporto" dice. Il problema è berlusconi: così, il prof spiega il suo silenzio quando il Cav lo chiamò a guidare il fronte dei moderati: "E' difficile, con una personalità importante e prorompente come il presidente Berlusconi, guidare un'entità politica per delega. Credo che l'onorevole Alfano se ne sia potuto rendere conto". Non bastasse la stoccata al Cav, Monti non le risparmia nemmeno agli italiani che hanno votato, votano e voteranno per lui: "Il problema - attacca Monti - non è Berlusconi. Il problema sono gli italiani che lo votano". Poche parole con cui Mario s'è giocato l'eventuale quota di elettori indecisi tra lui e il Cav. Dura, così, sperare nel 10%.

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