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Pd, Prodi vìola le regole Onu: "Non può fare discorsi pubblici a favore di candidati o partiti politici"

Lo sancisce il codice di condotta delle Nazioni unite per i proprio funzionari

Sebastiano Solano
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«Il chiacchiericcio che mi associa al Quirinale ha assunto un'intensità davvero non rispettosa. Né nei confronti dell'istituzione, né della mia persona. Da alcuni mesi ho assunto un incarico gravoso presso l'Onu per il Sahel. Considero questo impegno un modo per servire anche il mio Paese e l'Europa". Lo scrive Romano Prodi, in un post del 9 febbraio pubblicato sul suo sito, prendendonsela, giustamente, con chi associa il suo nome alla corsa per il Quirinale. Giustamente perché, come enunciato nel condice di condotta per gli emissari Onu come Prodi, "funzionari e incaricati delle Nazioni Unite sono tenuti ad esercitare discrezione nel proprio supporto a campagna o a un partito politico" e non dovrebbe "accettare o sollecitare finanziamenti, scrivere articoli, fare discorsi pubblici o rendere dichiarazioni stampa". A distanza di qualche giorno, però, l'ex-leader dell'Unione sembra essersene dimenticato, salendo sul palco a Milano durante una manifestazione elettorale a favore della candidatura di Ambrosoli, sostenendolo esplicitamente e lasciandosi andare a commenti e dichiarazioni pro-Bersani in vista delle prossime politiche: "Oggi ne valeva la pena, era troppo importante esserci", ha dichiarato come se nulla fosse Prodi, violando quei principi e quelle regole sancite dall'Onu - tra l'altro molto irritata, rivela Il Giornale, per la mossa del 'Mortadella' -  che pure lui ha dimostrato di ben consocere e alle quali si era appellato per sgombrare il campo da qualsasi ipotesi di corsa per il colle più alto di Roma.  Insomma, dalla discrezione alla discrezionalità nel giro di pochi giorni.

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