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Sondaggi, Giannino e Grillo terrorizzano Berlusconi e Bersani

Grillo "fugge" perché sta crescendo ancora, Oscar crede nel colpaccio Lombardia. Entrambi "rubano" voti a Pd e Pdl

Giulio Bucchi
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Altro che giaguaro. Il fattore G è un altro e terrorizza indistintamente Pierluigi Bersani e Silvio Berlusconi. Non è un caso che, nelle ultime due settimane, a turno i leader di Pd e Pdl abbiano attaccato in maniera violenta Movimento 5 Stelle e Fare per fermare il declino. Il più duro è stato il Cavaliere, prima con le punzecchiature su Oscar Giannino ("Se entra in un circo lo scambiano per un clown" è stata solo l'ultima, più folkloristica battuta) quindi con l'affondo su Beppe Grillo "pericolo per la democrazia". E su Grillo l'opinione di Bersani è la medesima. Grillo ruba voti - Il perché è semplice. I 5 Stelle saranno salvo sorprese clamorose il terzo partito e se vireranno intorno al 20% potrebbero addirittura doppiare la lista di Mario Monti. Uno smacco per il professore, un campanello d'allarme per gli altri due big. Bersani teme che il Movimento "anti-sistema" rubi voti dei delusi democratici, magari sulla scia dello scandalo Montepaschi. Berlusconi, dal canto suo, ha riguadagnato terrento e riportato il Pdl ad un ruolo da protagonista puntanto proprio sui temi cavalcati da Grillo, da Equitalia al Fisco terrorista, fino alle politiche anti-Casta. Temi che in un anno di appoggio "forzato" al governo tecnico, il centrodestra aveva un po' messo da parte. Giannino e la Lombardia - Fattore G, si diceva, perché l'altro clamoroso jolly in grado di far saltare il banco è Oscar Giannino. La partita lui la giocherà tutta in Lombardia, e l'avversario è solo il Cavaliere. Da Fare fanno sapere che i numeri sono molto buoni: oltre il 4% a livello nazionale, addirittura l'8% in Lombardia e, forse in Veneto. Sarebbe un risultato incredibile per chi è sceso in pista tardi, con il dubbio-alleanze sciolto appena un mesetto fa, e con il classico ruolo dell'outsider. Soprattutto, fare il pieno in Lombardia e Veneto significherebbe mettere i bastoni tra le ruote al Pdl e alla Lega Nord, sia nella corsa al ruolo di governatore lombardo (Maroni se la gioca punto a punto col Pd Ambrosoli) sia per quanto riguarda il Senato, dove il centrodestra punta tutto sulle due regioni guida del Nord per impedire ai democratici di avere una maggioranza solida a Palazzo Madama. Certo, la corsa di Giannino e Grillo potrebbe portarli in un vicolo cieco: con un buon bottino di voti e zero prospettive di governo.

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