Silvio Berlusconi ci crede: "Un italiano su quattro mi ama ancora"
Levarsi di torno? Macchè. «Ho deciso di stare in campo e, per senso di responsabilità verso i miei figli, ho deciso di combattere per il Paese che amiamo». I sondaggi non sorridono alla sua leadership e al partito creato a sua immagine e somiglianza, cioè Forza Italia? «I sondaggi sui leader vedono Matteo Renzi al 31%, Matteo Salvini al 27%, mentre Silvio Berlusconi ancora miracolosamente al 25,8 %; ma loro vanno in tv 6 ore alla settimana e io soltanto 6 ore all'anno negli ultimi due anni...». Il Cavaliere sta lentamente tornando in campo per rioccupare quello spazio che ha lasciato al premier-leader del Pd e agli alleati. Dopo avere ricevuto ad Arcore un gruppo di giovani azzurri insieme all'ex ministro Michela Vittoria Brambilla, con Francesca Pascale a fare gli onori di casa, l'ex premier è intervenuto telefonicamente al convegno “Sicilia. Un'isola speciale in testa”, organizzato a Palermo. Lì dove giusto venerdì ha rimesso a capo del coordinamento regionale l'ex delfino Gianfranco Miccichè - recuperando i malumori di molti eletti e, tra questi, specie l'ex ministro Stefania Prestigiacomo - Berlusconi ha blindato la sua posizione: «Secondo tutti i sondaggisti un mio ritorno in campo vedrebbe Forza Italia aumentare, portandola a superare il 20%. Così il centrodestra potrebbe superare ampiamente il 40% e vincere le elezioni». L'ex premier era già intervenuto venerdì ad una manifestazione di forzisti e oggi telefonerà alla scuola di formazione della Lega. Il fil rouge degli ultimi interventi è il pericolo che «l'Italia e le città possano finire nella mani di una banda di balordi come quella del Movimento 5 stelle». Il leader di Fi, per la verità, riconosce che anche tra i grillini ci sono «due esponenti» che stanno «portando voti» con evidente riferimento a Luigi Di Maio (del quale parla spesso bene in privato) e Alessandro Di Battista, ma lancia l'allarme: «Senza un centrodestra forte vinceranno loro, batteranno il Pd al ballottaggio». Il candidato-rottamatore che un tempo gli era sembrato «in gamba», non merita più parole di stima e nemmeno di sfida. Resta il “solo” Fedele Confalonieri, intervistato ieri da Antonello Piroso, a manifestare apprezzamento «per le mosse degli ultimi mesi» di Matteo Renzi. Contro il governo in carica, «sostenuto da trenta eletti col centrodestra che oggi fanno la stampella del Pd», l'ex premier non spreca invece troppe parole: «Ci attende un grande lavoro da fare soprattutto nei confronti di quegli italiani che non sono andati a votare. Sono gli italiani non di sinistra, perché quelli di sinistra sono disciplinati, ideologizzati, quasi militarizzati, vanno tutti a votare. Non sono nemmeno quelli di destra, ma sono gli italiani sfiduciati dalla politica, che pensano che il loro voto non conti nulla. E sono 26 milioni», aggiunge l'ex premier al telefono. Quale è la ricetta? «Dobbiamo partire dal programma a cui stiamo lavorando, che ho già presentato a Matteo Salvini e a Giorgia Meloni, che sono d'accordo». Di cosa si tratta? Una prima bozza del programma del nuovo centrodestra in effetti l'ex premier ce l'ha pronta: è composto di quattordici punti e spazia tra la flat tax e la reintroduzione del reato di clandestinità. Il recupero degli elettori moderati, però, deve passare per una buona affermazione alle Amministrative di primavera, per le quali il Cavaliere suggerisce profili di non-politici. È così che resta quella di Alessandro Sallusti la candidatura più accreditata per la riconquista della città di Milano, dove il “berlusconismo” è nato e vorrebbe risorgere. Anche a Roma la situazione è di stallo; sempre più esponenti forzisti, anche di provenienza ex An come Renata Polverini, tifano esplicitamente per Alfio Marchini. Il “civico” aveva già strappato l'endorsement di Raffaele Fitto e, ad oggi, paga l'opposizione dura soltanto di Fratelli d'Italia. A Napoli, dove ieri è arrivato l'aiuto inatteso di Antonio Bassolino, deciso a ricandidarsi per dare fastidio all'ala renziana del Pd, le cose sembrano più chiare; Gianni Lettieri, candidato quasi ufficiale del centrodestra, è visto infatti innanzitutto come un imprenditore estraneo alla politica. Aperto è anche il dossier-Bologna, dove però le tensioni tra Lega e azzurri si stanno allentando, grazie anche alla mediazione dell'ex ministro Annamaria Bernini. Certo è che le cose, come sottolinea Berlusconi nella telefonata, stanno cambiando: «Da una settimana abbiamo guadagnato l'1%. Gli italiani hanno paura, non sono stupidi, vedono chi è uno statista e chi no; bisogna fare come dice Vladimir Putin, una coalizione contro l'Isis», aggiunge. di Paolo Emilio Russo