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Fini: "Gli ex presidenti della Camera non hanno privilegi"

Fini scorda gli appartamenti, le auto blu e i viaggi. Poi sulle sue non-dimissioni: "Ho voluto difendere le istituzioni"

Andrea Tempestini
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  La spara grossa. Grossissima, Gianfranco Fini. "Non conosco privilegi o prerogative degli ex presidenti della Camera. Non ci sono appartamenti per gli ex presidenti della Camera. Solo il presidente e i vice presidenti in carica hanno a disposizione un appartamento. Poi ci sono gli uffici che spettano a ogni deputato. Devo solo verificare se c'è un'auto di servizio. Ma io, un'auto mia ce l'ho". Così, senza pudore, il leader futurista in una video chat con il Corriere.it. A chi gli domandava se terminato il suo incarico alla presidenza di Montecitorio rinuncerà ai privilegi ha risposto affermando che i privilegi non esistono. Una balla colossale. Qualche esempio? Luciano Violente e il mini-appartamento. La stanza di Pietro Ingrao. Poi l'auto blu, di cui lo stesso Fini ha ammesso l'esistenza. E i viaggi (leggi l'approfondimento sui privilegi degli ex presidenti della Camera).       Quante balle sulla Camera - E a bomba segue bomba. Dopo quella sui privilegi di cui mister Casta non godrebbe, c'è quella sul motivo per il quale nonostante le vane promesse non si è mai dimesso da presidente della Camera. Un motivo, francamente, tutto da ridere: "Non mi sono dimesso per non mettere l'Istituzione da me presieduta alla prova". Poi Gianfranco spiega: "Ci ho pensato a lungo alle dimissioni, anche perché il ruolo del presidente di Montecitorio limitava il mio ruolo politico". Secondo quanto dichiarato, Fini non si sarebbe dimesso per "spirito di servizio". Lo spudorato Gianfranco riesce anche ad aggiungere che è stato danneggiato da questa sua scelta: "Per il mio interesse politico se mi fossi dimesso sarebbe stato più facile, sarei stato molto meno ingessato. ma c'era il dovere di preservare le istituzioni", ribadisce. Sulle elezioni - Gianfranco, senza vergogna dopo la sparata sui "non" privilegi e quella sulle "non dimissioni", cerca di infondersi un po' di coraggio. Si parla delle ormai prossime elezioni: "Sono convinto che il risultato elettorale sarà diverso e migliore rispetto ai sondaggi su Fli. Ne sono convinto per il modo in cui sono condotti i sondaggi. Al campione viene chiesto 'voteberre per Fli?'. Molti non sanno che cos'è. Se la domanda fosse 'voterebbe Fini' la risposta sarebbe diversa". Gianfranco, insomma, vive nelle sue fatue convinzioni. Del suo passato politico condanna "l'errore madornale di sciogliere Alleanza Nazionale per confluire nel Pdl, dove Berlusconi era diventato azionista di maggioranza. E' una colpa che non perdonerò mai a me stesso". Quindi la "stoccatina" al Cavaliere: "Io non sono come Berlusconi che dice che non sbaglia mai". "Fini il traditore" - Una risposta a Fini è arrivata dal segretario del Pdl, Angelino Alfano: "I sondaggi danno in questo momento Gianfranco Fini inchiodato al prefisso telefonico di Roma, lo 06. E, a quanto pare, è diretto verso il prefisso telefonico di Milano. Quindi, se tutto va secondo le tendenze, può arrivare anche allo 02". Così, tagliente, l'ex Guardasigilli, che poi ha apostrofato Fini come un "traditore" perché "Silvio  Berlusconi non ha potuto completare il lavoro perché Fini gli ha rubato la maggioranza in Parlamento. E poi abbiamo dovuto vivacchiare con una maggioranza stentata che - ha concluso Alfano nel corso di un impegno elettorale a Bologna - non ha avuto più la forza parlamentare di portare avanti quelle riforme per le quali eravamo stati chiamati a governare".  

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