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F35, Monti: Decisione di D'Alema con accordo Berlusconi e Prodi

Un caccia F35

Monti: "sulla polemica per l'acquisto di mezzi militari: "La responsabilità della spesa è dei governi precedenti. E comunque risparmieremo"

Andrea Tempestini
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Il Professor scaricabarile. Nella conferenza stampa in cui ha presentato le linee guida del suo programma sul lavoro - tradendo l'intento di voler alzare ancora l'età pensionabile - il premier Mario Monti ha parlato anche della polemica sui caccia F35 acquistati dall'Italia, nonostante tutte le chiacchiere su austerity e spending review. Il Professore ha risposto ai giornalisti di Presadiretta, che al tema dedica una puntata in onda domenica sera sulla Rai. E che fa, Monti? Scarica il barile, appunto. "E' utile qui ricordare che l'Italia ha aderito al programma F35 nel 1999 con il governo D'Alema, ha confermato la partecipazione con il secondo governo Berlusconi nel 2002 e poi ci sono stati ulteriori passi fatti dal governo Prodi e nel febbraio 2009 dal governo Berlusconi". Altri tempi, insomma, in cui crisi, tagli e tasse non erano in vista.  Secondo Mario risparmieremo - Ma Monti prosegue nella sua difesa, e aggiunge che "il nostro governo è stato l'unico a ridurre il numero degli F35 da 131 a 90". Un taglietto, insomma. Secondo il Professore l'acquisto dei caccia rappresenterà un risparmio a medio termine poiché "i 90 F35 andranno a sostituire gli oltre 250 velivoli ora in uso. Questo - ha proseguito - comporterà un deciso contenimento dei costi di manutenzione e di esercizio, si spenderà meno e si avrà un significativo miglioramento di qualità e di efficienza operativa". Il premier uscente ha concluso spiegando che "la partecipazione al programma F35 è giustificato da ragioni strategiche, industriali e di efficienza economica, assicurando la coerenza con gli indirizzi strategici decisi in sede Nato e in sede Ue".    

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