Cav, mossa per la vittoria:ci restituirà l'Imu?
Arriva la proposta choc del Cav per spuntarla alle elezioni. Una cena romana per definire i dettagli, poi ci sarà l'annuncio a Milano. Tra le ipotesi il rimborso del balzello sulla prima casa
di Salvatore Dama Silvio Berlusconi gioca a carte coperte fino alla fine. O almeno ci prova. Nessun dettaglio sulla “proposta choc” per le famiglie. Se non che verrà ufficializzata stamattina, durante una conferenza stampa al Milano Congressi. Una nota diffusa da Palazzo Grazioli precisa che si tratterà di «un provvedimento di grande importanza che sarà varato dopo le elezioni con il primo consiglio dei ministri del centrodestra». Se il Popolo della libertà vince le elezioni, ovviamente. Tante aspettative. Forse troppe. Tutti giocano al gioco del silenzio. Angelino Alfano sa, ma non fiata: «Berlusconi farà una proposta molto, molto importante per la prosperità ed il benessere dei cittadini. Elimineremo una tassa, il Pd, con la patrimoniale, ne aggiungerà sicuramente una», si limita a dire. Roberto Maroni, che oggi vedrà il Cavaliere a Milano, è al corrente ma tiene tutti sulle spine. Renato Schifani dice solo che saranno «proposte in sintonia con le esigenze delle famiglie italiane e dei cittadini italiani: avere più sicurezza, più serenità sociale ed economico-finanziaria». LE IPOTESI Però ieri sera non c'era ancora una proposta unica. Raccontano che la scrivania dell'ex premier fosse piena di carte fin dal mattino. Corrispondenti ad altrettante ipotesi “choc” formulate dallo staff che cura il programma economico del Pdl, quello del professor Renato Brunetta. Berlusconi ha alternato incontri politici e interviste con ben sette televisioni locali. Per poi riprendere il discorso con i suoi fedelissimi a cena. Quindi la partenza in notturna verso Milano, dove stamattina Silvio presenterà la proposta con cui intende «cambiare la vita» dei cittadini. L'ipotesi che circolava con maggiore insistenza ieri era quella della restituzione dell'Imu dando indietro le somme alle famiglie sotto forma di titoli di Stato. È questa? Nessuna conferma da Palazzo Grazioli. Diciamo che veniva descritta come la soluzione più credibile in un bouquet di misure più o meno già accennate dal Cavaliere in questi ultimi giorni della campagna elettorale. Dall'abolizione di Equitalia alla riduzione delle tasse con l'introduzione di due sole aliquote. Dall'azzeramento in cinque anni dell'Irap con priorità per le piccole imprese e gli artigiani, alla detassazione degli utili reinvestiti in azienda, fino alla deducibilità delle fatture e delle ricevute. Il Pdl ha già proposto di evitare l'aumento dell'Iva di un punto. Potrebbe fare di più: ridurla ulteriormente per i beni necessari alla vita e al sostentamento delle persone. Come per esempio il carburante e il gas da riscaldamento. Un'altra ipotesi prevede l'inserimento in Costituzione di un tetto massimo alla pressione fiscale. Berlusconi avrebbe studiato un pacchetto di dieci misure fiscali che potrebbero far crescere il Pdl di 7 punti. Il messaggio è dirompente se è facile da comunicare. Arriva se è elementare, come fu per l'abolizione dell'Ici nella scorsa campagna elettorale. Per questo Silvio ci ha voluto pensare fino alla fine, valutando non solo la fattibilità della proposta choc, ma anche la sua presa in termini di comunicazione. D'altronde il Cavaliere è ancora in ritardo nei sondaggi rispetto alla coalizione di sinistra. Dalla sua ha il trend, che lo dà in crescita. Ma adesso ha bisogno dello slancio necessario ad agguantare il duo Bersani-Vendola. Per questo sta preparando anche uno spot elettorale per diffondere meglio l'ideona attraverso tv e radio, negli spazi (pochi) permessi dalla legge sulla par condicio. Nell'attesa, a Palazzo c'è chi fa ironia sulla proposta berlusconiana: «Forse ci vuol fare dichiarare guerra alla Germania...», sorride Bruno Tabacci. Antonio Ingroia è scettico. Il botto lo ha già fatto, Silvio: «L'acquisto di Balotelli in piena campagna elettorale è l'unico regalo che il Cavaliere può fare a una porzione di italiani, quelli che tifano per la sua squadra». VERTICE CON MARONI Berlusconi sarà a Milano oggi anche per fare il punto con l'alleato leghista. Maroni non vuole il Cavaliere a Palazzo Chigi, nel caso in cui si vincano le elezioni. Ma apre al candidato premier del Pdl: «Con Berlusconi abbiamo un rapporto molto schietto e franco e siamo d'accordo che una volta vinte le elezioni avremmo trovato un accorso sul premier. Noi abbiamo indicato Tremonti, loro Alfano, persona che stimo, giovane, perbene e di alto profilo, per cui mi piacerebbe come premier anche lui. Tuttavia sono cose che per scaramanzia abbiamo deciso di guardare dopo».