La bomba elettorale del Cav:"Aliquota massima al 35%"Ossigeno contro il Fisco
Bombe su bombe cadono su Via del Nazareno, quartier generale della sinistra democratica che, un po' come accadde nel 2006, ogni giorno trema sempre di più, fa i conti con una paura per loro sempre più spaventosa: quella di perdere delle elezioni che fino a una manciata di settimane fa sembravano vinte, anzi stravinte. Per carità, quando si parla di "bombe" non si intendo ordigni ed esplosioni. Semmai scossoni elettorali. In questi giorni, prima, la bomba Mps: Bersani ci vuole querelare e nega ogni addebito del Pd, ma pare esercizio difficile scindere il destino dal banco sensese da quello dei democrat. E gli elettori lo sanno. Poi c'è la seconda bomba, che verrà sganciata in pompa magna domenica dal generale avversario, Silvio Berlusconi. Aliquota massima al 35% - Si tratta della "proposta choc" del Cavaliere e del Pdl, una proposta, assicura Daniela Santanchè, "in grado di ribaltare il risultato delle elezioni". Berlusconi ha mantenuto il massimo riserbo al riguardo, ma le indiscrezioni cominciano a filtrare. E secondo i rumors, la bomba è fiscale: si parla di un'aliquota massima al 35% del reddito sul modello degli Stati Uniti. Ossigeno nella lotta contro un fisco opprimente che tormenta la vita degli italiani. Il pranzo blindato - L'annuncio, come detto, avverrà domenica nel corso di una conferneza stampa alla Fiera di Milano. Ieri, giovedì 31 gennaio, Berlusconi ne ha parlato in un pranzo blindatissimo a Palazzo Grazioli, presenti Angelino Alfano, Renato Brunetta e Paolo Bonaiuti. Non si tratterebbe, dunque, della ventilata abolizione di Equitalia, ma di un taglio secco al prelievo sui redditi. Rispetto al passato, cambia il "timing" dell'annuncio: di solito, l'asso nella manica, il Cavaliere lo calava proprio a ridosso del voto, due o tre giorni prima. Questa volta la mossa viene anticipata. Il perché lo spiega proprio Bonaiuti: "Abbiamo deciso di anticipare la bomba per sfruttare il momento positivo e accelerare ancora". E agganciare il Partito Democratico: Silvio, intervistato in radio, ha spiegato che secondo le sue rilevazioni il divario tra Pdl e Pd si è ridotto a 2,5 punti percentuali.