Pdl, Campania: dopo la cacciata di Cosentino perso il 10%
Ogni cacciata ha un prezzo. E secondo i sondaggi che circolano negli ambienti azzurri, l'allontanamento di Nicola Cosentino può costare una caterva di voti in Campania. Il Pdl aveva tentennato sino all'ultimo. Silvio Berlusconi era tra due fuochi: da un lato la certezza che non candidare Nick sarebbe stato un buon colpo d'immagine. Dall'altro una seconda certezza: senza Nick in campo si perdono voti. Tanti. E infatti, puntuale, il Corriere della Sera nel sondaggio Ipso assegna al Pd, senza possibilità di smentita, la vittoria in Campania. Secondo i dati il centrosinistra è al 38,4%, mentre la coalizione di centrodestra sfiorerebbe il 26 per cento. E pensare che soltanto tre giorni fa il distacco veniva quantificato nell'ordine dei tre punti percentuali. Oggi sarebbero dieci in più. Certo, il caos-liste del Pdl ha avuto il suo epicentro in Campania: tutte le discussioni si pagano, anche in termini di voti. Poi c'è il dato Cosentino: la sua esclusione, infatti, ha prodotto un danno tangibile al partito, sia in termini oragnizzativi sia in termini elettorali. A livello nazionale - Ma se le cose in Campania non sembrano volgere la meglio, il Cavaliere si consola osservando le fluttuazioni dei sondaggi su scala nazionale. Il Pdl continua la sua rincorsa mentre il Pd, complice lo scandalo del Monte dei Paschi di Siena, appena deflagrato, perde consensi. Ora la coalizione di centrodestra sarebbe staccata di 6-7 punti percentuali da quella di centrosinistra. Ma la vittoria, il Pdl, la vede ben definita al Senato: gli azzurri risultano in vantaggio in Lombardia (senza tener conto delle possibili ripercussioni dell'effetto-Balotelli), tanto che un Pier Luigi Bersani terrorizzato ha fatto una sorta di appello alla desistenza a Gabriele Albertini (via Mario Monti): "Il Professore faccia una riflessione costruttiva...". Se per il Pdl, in Campania, la partita pare chiusa, quella su scala nazionale si è appena aperta.