Berlusconi a Renzi: "Voglio candidarmi, trova un presidente della Repubblica che..."
Vuole tornare a tutti i costi in Parlamento, vuole partecipare in maniera attiva a risollevare le sorti del Paese, vuole candidarsi e vincere. E' questo ormai il pensiero fisso di Silvio Berlusconi che il 15 febbraio finirà di scontare la sua pena per la condanna Mediaset con i servizi sociali e di fatto vedrà cancellate tutte le pene accessorie tranne una: il divieto di ricandidarsi. Tutta colpa della legge Severino sull'incandidabilità dei condannati e della giurisprudenza costituzionale secondo la quale il potere di grazia (la strada tentata da Gianni Letta con Giorgio Napolitano) non può estendersi fino al punto di creare un'eccezione. Eppure Berlusconi persiste e continua a battere l'unica strada rimasta: quella di un futuro presidente della Repubblica, uno qualsiasi, disposto a restituirgli la piena agibilità politica. Secondo il retroscena della Stampa, il Cav vorrebbe infatti che il prossimo Capo dello Stato prendesse a cuore la sua vicenda e comunicasse all'Italia: "Berlusconi è innocente, anzi è un martire dell'ingiustizia". Dopodiché escogitasse qualche forma di clemenza "atipica" e "ad personam" per consentirgli di ritornare in pista. Il pressing su Renzi - Attenzione, avverte Ugo Magri, non è un semplice desiderio. Si tratta di una richiesta molto precisa rivolta a Matteo Renzi, quale dominus delle prossime elezioni presidenziali. Berlusconi si attende che il premier concordi la scelta, e questa cada su una personalità disposta a rimetterlo in condizione, come dice lui privatamente, "di partecipare al girone di ritorno". Se Matteo farà orecchie da mercante, verrà meno un pilastro su cui si regge il famoso patto del Nazareno. Questo è stato detto ad Arcore durante il weekend, e con le persone amiche Berlusconi è stato di una chiarezza assoluta. Ma che Renzi accetti di scegliergli un candidato su misura, sembra quasi impossibile. E d'altra parte, perfino se il futuro Presidente volesse prestarsi, non si capisce come potrebbe. Ma il Cav insiste, gli sembra incredibile che Renzi non voglia spendersi a trovare per lui una via d'uscita, al limite cambiando la legge anticorruzione. Di qui i segnali lanciati all' indirizzo di Palazzo Chigi: prima si sceglie il Capo dello Stato e solo dopo, come contraccambio, Forza Italia darà una mano sulle riforme.