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Mussolini, Bernini (Pdl): "La vergogna non è Berlusconi, ma Ingroia"

Replica da centrodestra alle accuse della sinistra: "L'ex pm sta insieme ai comunisti che sostengono Hamas. E pure Bersani..."

Giulio Bucchi
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"La vergogna dell'Italia non è Silvio Berlusconi, che ha definito le leggi razziali la peggior colpa di Mussolini, ma Antonio Ingroia e tutti coloro che da sinistra non si vergognano di strumentalizzare le sue parole nel Giorno della Memoria". L'affondo arriva da Anna Maria Bernini, deputata e portavoce del Pdl e candidata in Emilia Romagna al Senato. "Il presidente Berlusconi ha sempre combattuto l'antisemitismo. Come capo del governo ha rivoluzionato la nostra politica estera in Medio Oriente, facendo dell'Italia il paese europeo più vicino a Israele, ha preso posizioni coraggiose all'Onu poi seguite dai nostri partner occidentali contro l'antisemitismo di Ahmadinejad e l'uso anti-israeliano del rapporto Goldstone su Gaza, ed è stato a parlare alla Knesset". La Bernini poi attacca la sinistra: "Ingroia, Diliberto, Vendola, Rosy Bindi e tutti gli altri che sono intervenuti a sproposito, dimenticano che Berlusconi è stato premiato a New York dall'associazione ebraica contro il razzismo, l'Anti-Defamation League, e a Parigi dall'associazione Keren Hayesod finanziatrice della costruzione di Israele e dell'Agenzia Ebraica. La vergogna dell'Italia è Ingroia con la sua coalizione che comprende Rifondazione Comunista e le frange estremiste antisemite che appoggiano i terroristi di Hamas, bruciano nelle piazze le bandiere di Israele e degli Stati Uniti, considerano l'11 Settembre opera della Cia e del Mossad. Lo stesso vale per l'ipocrisia di Vendola e dei dichiaratori del Pd di Bersani, che ha chiesto e ottenuto dal governo Monti di dire sì allo status di Stato osservatore della Palestina all'Onu, invece di astenersi e preservare l'amicizia verso Israele". Per Micaela Biancofiore (Pdl) "la disonestà intellettuale è tipica di certa politica che infatti è sempre più lontana dal vissuto dei cittadini. Berlusconi nel dire che di Mussolini ci sono cose da salvare, dice una grande verità e basterebbe guardarsi intorno per ammetterlo. Di certo non si riferiva a leggi e atteggiamenti liberticidi che è stato il primo a condannare".

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