Fini: Accordo con Vendola per la cittadinanza agli immigrati
L'ex missino Gianfranco vuole l'inciucio con il rosso Nichi in nome degli stranieri. Poi ammette: "Sono pronto a una disfatta elettorale"
Il compagno Gianfranco continua nella sistematica opera: rinnegare se stesso. Ora, Fini, lo dice chiaro e tondo: è pronto al patto col "demonio", che per un ex missino è il rosso Nichi Vendola. "Con lui - ha spiegato il leader futurista a Omnibus su La7 - sono pronto a un accordo per fare una legge sulla cittadinanza degli immigrati. La politica è fatta di contenuti. Il tema della cittadinanza è un tema attuale che riguarda il confronto parlamentare". La giornalista Maria Teresa Meli gli fa così notare la stranezza di un'alleanza tra post-fascisti e post-comunisti. E Gianfranco: "Questo è un modo di ragionare vecchio. Spero che nei prossimi venti giorni, invece di continuare a ragionare di alleanze, si parli di contenuti". Non solo l'inciucio tra Mario Monti e Pier Luigi Bersani, ma anche quello tra Fini e Vendola, pronti a stringersi la mano in nome della cittadinanza agli immigrati. Disfatta elettorale - Fini parla poi del suo futuro politico, e lascia intendere di essere conscio di andare incontro a una disfatta elettorale: "Può accadere ed è già accaduto che chi si prende delle responsabilità poi non venga premiato. Ho messo in conto la possibilità che alle elezioni Fli possa non essere premiato dai voti". Il partito del presidente della Camera, negli ultimi giorni, ha registrato numerose defezioni, mentre le liti interne continuano a dilaniare il movimento. Ma Gianfry nega: "Nessuna ribellione dentro Fli tra i non candidati. Le liste - ha aggiunto - determinano ovunque dei problemi. Sottolineo che chi si è presa la responsabilità di mantenere inalterata la legge elettorale dovrebbe prima o poi prendersi le proprie responsabilità". Le liste e Cosentino - Per quel che riguarda le liste, Fini cerca anche di intestarsi il merito della cacciata di Nick Cosentino da quelle del Pdl: "Sollevai il problema con Berlusconi. Chiesi se fosse opportuno, davanti alle inchieste che lo riguardavano, tenere Nicola Cosentino all'interno del Pdl". Poi Gianfry guarda in casa sua, e a chi gli chiedeva se fosse davvero stato Pier Ferdinando Casini a imporre i candidati nella lista unica per Monti al Senato ha risposto: "Se vogliamo continuare a raccontarci delle barzellette". Infine una battuta sullo scandalo Mps e sul gettito Imu che corrisponde alla cifra girata da Monti al banco sense: "Non mi permetto di dare consigli al premier - ha premesso Fini -, ma da presidente della Camera credo che farebbe bene il governo Monti a riferire immediatamente in Parlamento, anche se è sciolto, e in Commissione, circa quello che è a conoscenza su questa vicenda".