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Riforma della giustizia, Anm contro Matteo Renzi: "Giudici lumaca? Ci offende"

Giulio Bucchi
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Chi tocca la giustizia, muore. Il precedente più roboante fu quello di Clemente Mastella, Guardasigilli ai tempi di Prodi, che varò la riforma delle toghe e finì per dimettersi perché coinvolto con la moglie in una discussa inchiesta conclusasi con un nulla di fatto. Silvio Berlusconi non ci ha provato nemmeno, bloccato dal catenaccio selvaggio delle toghe (con cui ha da sempre un rapporto, eufemismo, complicato) e, suggeriva qualche collega malizioso, anche dalle resistenze di molti onorevoli avvocati. Ora è il turno di Matteo Renzi, che con il suo ministro Andrea Orlando ha intavolato un pacchetto di interventi a due facce. Da un lato le misure sulla giustizia civile, con un decreto legge e dunque da rendere subito attuativo con il voto in Parlamento. Sulla giustizia penale, il vero nodo gordiano, si è limitato invece a una legge delega al Parlamento: la riforma, dunque, se nascerà sarà tra Camera e Senato e non a Palazzo Chigi. Una patata bollente affidata alle due Aule che sa tanto di nulla di fatto. Anche perché l'Anm è già scesa sul piede di guerra, e si sa che a Montecitorio e Palazzo Madama in tanti soprattutto a sinistra sono sensibili ai gridi di dolore della magistratura.  Le novità del decreto - Renzi ha portato a casa falso in bilancio, auto-riciclaggio e nuova prescrizione. Sulle intercettazioni, affidate a una delega, Renzi e Orlando chiariscono di non voler mettere alcun "bavaglio" ai magistrati, mentre Angelino Alfano e Ncd premono perché nel testo base della riforma si faccia riferimento all'articolo 15 della Costituzione, "sulla inviolabilità del diritto alla libertà e alla segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione". Di sicuro, sarà impossibile usare (e dunque pubblicare) le intercettazioni di soggetti terzi coinvolti solo incidentalmente dalle inchieste. Niente delega, invece, ma ddl sulla prescrizione bloccata: si bloccherà dopo la condanna in primo grado per, spiega il ministro Orlando, "disincentivare le condotte dilatorie". Tra primo grado e Appello resta l'intervallo massimo di due anni, che diventa uno solo tra Appello e Cassazione. Falso in bilancio e auto-riciclaggio la vittoria è tutta del ministro, che porta a 6 anni la pena per il primo reato (che Berlusconi, con Alfano, abbassò da 5 a 2) e a 8 quella del secondo.  Anm: "Magistrati lumaca? Ci offende" - A far imbestialire l'Associazione nazionale magistrati sono stati soprattutto i toni usati da Renzi soprattutto in merito alla lentezza dei procedimenti civili. "Giudici lumaca", ha ironizzato il premier suggerendo per loro la possibilità di azioni disciplinari. E poi c'è tutta la sfilza di misure rigorose: Tribunali chiusi solo per 20 giorni in estate, con vacanze dimezzate per tutti gli addetti ai lavori, e la responsabilità civile dei magistrati. "Chi sbaglia paga", ha ammonito Renzi. "Lumache? Il premier ci offende - è la replica piccata dell'Anm per bocca del presidente Rodolfo Maria Sabelli -, la magistratura italiana è tra le più produttive in Europa". E la misura sulla responsabilità civile è "una semplificazione, E' affrettato togliere il filtro, senza fare prima una reale verifica di come ha funzionato al di là delle chiacchiere".  

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