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Giustizia, scuola e Salva Italia: le riforme monche di Renzi

Nicoletta Orlandi Posti
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Doveva essere il giorno della "rivoluzione renziana". Da settimane il premier Matteo Renzi cinguetta annunciando che il 29 agosto il Consiglio dei Ministri avrebbe approvato le riforme in materia di giustizia e di scuola e il pacchetto di misure per far decollare l'economia italiana. Da settimane i membri del suo esecutivo regalano ai giornalisti pillole di quei documenti lasciando intendere un big bang capace di invertire la tendenza. Il 29 agosto è arrivato, ma quello che ci verrà illustrato oggi in conferenza stampa è tutt'altro. Innanzitutto non ci sarà la tanto sbandierata riforma della scuola. E nemmeno le linee guida che il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini aveva preparato. La scusa ufficiale è che si tratta di "un tema troppo importante, a suo avviso, per essere confinato alla fine di un consiglio dei ministri tutto incentrato sul rilancio dell'Italia, sbloccando investimenti e i tempi biblici della giustizia". Giustizia - Ecco, la giustizia. Peccato che anche questa riforma non sarà completa come invece la propaganda di Palazzo Chigi aveva fatto credere. Il ministro Orlando porterà in Cdm un decreto sulla giustizia civile (su cui c'è l'accordo di tutti), mentre per quanto riguarda quella penale le divisioni tra Pd e Nuovo centrodestra sono talmente profonde che forse si eviterà di affrontarla. No al ritorno del falso in bilancio, no al reato di autoriciclaggio, no al congelamento della prescrizione dopo la sentenza di primo grado, sì al bavaglio delle intercettazioni: il partito di Angelino Alfano su questi punti non sembra disposto a cedere e così il Guardasigilli Orlando dovrà lavorare fino a un minuto prima dell'inizio della riunione del Consiglio dei Ministri per trovare dei compromessi sulla riforme. Anche perché Renzi vuole arrivare sabato, prima al vertice Pse a Parigi e poi al consiglio europeo a Bruxelles, con una "dote" corposa di provvedimenti. E per dimostrare che fa sul serio, il premier raddoppia l'appuntamento e fissa per lunedì prossimo la conferenza stampa per presentare il programma dei Mille giorni, "il countdown parte da lì", sostiene Renzi deciso ad andare avanti con un orizzonte di legislatura. Sblocca Italia - Anche per quanto riguarda lo "Sblocca Italia" ci sono dei problemi. Come riferisce il retroscena di Repubblica a poche ore dal consiglio dei ministri, Renzi e Padoan avrebbero imposto al Maurizio Lupi di riscrivere il decreto. «Così non va. Ci sono decine di miliardi di spesa che non possiamo coprire e manca completamente una visione strategica. Lo dobbiamo ripulire », avverte il premier nella lunghissima riunione preparatori di ieri. Il fastidio nei confronti di Lupi è palpabile. «Ci sono norme davvero senza capo né coda». I tecnici e Palazzo Chigi ricominciano praticamente daccapo. Spazzano via quasi tutti i finanziamenti fuori controllo, cercano le risorse per i provvedimenti più urgenti, rinviano gli altri alla legge di stabilità. Insomma il piatto del consiglio di oggi, il primo dopo le vacanze, è meno ricco di quello annunciato.

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