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Pd Emilia Romagna, Matteo Richetti sfida Renzi: "Mi candido alle primarie", duello con Stefano Bonaccini

Giulio Bucchi
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Richetti contro Bonaccini, e pure contro Renzi. Forse era destino che il primo vero duello tra un fedelissimo e Matteo Renzi arrivasse dall'Emilia Romagna rossa, quella di Pier Luigi Bersani e Vasco Errani. La Regione, cioè, che per più tempo ha resistito all'ascesa del sindaco di Firenze e dei suoi uomini, salvo poi stendergli un tappeto (rosso, ovviamente) alle ultime Europee regalandogli un clamoroso 52,5 per cento (contro il 40,8 nazionale). E' stato lo stesso Matteo Richetti, modenese (anzi, di Sassuolo) e uomo forte degli (ex?) rottamatori in Emilia, ad annunciare su Facebook la propria candidatura alle primarie democratiche per designare chi sarà il possibile erede dell'ex governatore Errani, signore e padrone della Regione per tre mandati prima dello scivolone giudiziario. Pubblicazione di Matteo Richetti. Non c'è Manca, ma Bonaccini - Richetti si è candidato sfidando di fatto Renzi stesso, che aveva "suggerito" come candidato unitario del Pd per il prossimo 28 settembre il sindaco di Imola Daniele Manca, il delfino di Errani e considerato da molti l'unico in grado di mettere d'accordo le varie anime del partito, dai giovani rampanti allo zoccolo d'uro bersaniano, dall'apparato "cuperliano" agli ribelli "civatiani". "Non possiamo essere proprio noi a imporre candidati dall'alto, i cittadini devono scegliere con le primarie...", avrebbe detto Richetti al telefono proprio al premier, anticipandogli la propria candidatura. Non correrà contro Manca, che ha rinunciato ufficialmente, ma contro il "mediatore" Stefano Bonaccini, segretario regionale del Pd dall'ottobre 2009 e lui sì modenese purosangue. Pur di concorrere per la poltrona di governatore dell'Emilia Romagna, secondo le indiscrezioni Richetti avrebbe rinunciato alle offerte di Renzi, che gli aveva promesso un ruolo nel governo dopo averlo escluso a gennaio, non senza qualche malumore, sia dalla nuova segreteria democratica che dalla squadra di ministri e sottosegretari vari. "Cambiare è un imperativo. Si apre una fase nuova e la deve guidare un gruppo dirigente nuovo", è lo slogan di Richetti, che oltre a Bonaccini sfiderà anche l'ex sindaco di Forlì Roberto Balzani. Primo appuntamento tra qualche giorno sul palco della festa nazionale dell'Unità, primo round di un duello in famiglia. Occhio, perché come ricordava Monicelli i parenti sono serpenti.

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