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Toto-Quirinale: ecco i nomi in corsa per il dopo Napolitano

Ignazio Stagno
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La corsa al Colle è iniziata. Il primo ok alla riforma del Senato ha di fatto aperto la partita per la successione di Napolitano. E' abbastanza chiaro che Re Giorgio possa lasciare la sua poltrona nel 2015 quando le riforme saranno già in cassaforte e quando il Parlamento avrà già partorito una nuova legge elettorale. I nomi in giro sono tanti. Ma per ogni "candidato" le possibilità di vittoria in una scalata al Colle sono differenti. Proviamo così a capire chi è in pole position per lo scranno più alto del Quirinale. Romano Prodi ormai pare tagliato fuori dalla corsa. Secondo una rilevazione top secret fatta da Giornalettismo.com Mortadella sarebbe al 5 per cento. Dopo Aprile 2013, e la vicenda dei 101, l'unico modo per sanare quella ferita nel centrosinistra, sarebbe portare il Professore al Quirinale. Ma se l'operazione non è riuscita allora, non si vede perché dovrebbe riuscire ora. Inoltre secondo i rumors a pesare su Prodi ci sarebbe un tacito accordo tra Renzi e Cav che taglierebbe fuori dalla corsa proprio Prodi. Il Colle in rosa - Roberta Pinotti invece, il ministro della Difesa sarebbe in pole position e secondo i rumors avrebbe il 50 per cento di possibilità di arrivare al Quirinale. E' il nome che “i bene informati” danno per favorito. E' donna e con un'inclizazione filo-atlantica e non dispiace nemmeno a Re Giorgio. Idea Casini - Ma secondo le indiscrezioni altri due nomi si aggiungono al toto-Colle. Il primo è quello di Pier Ferdinando Casini. Non è un caso, che in questi mesi al Senato si sia messo in luce per le sue abili doti di tessitore tra le anime dialoganti presenti a Palazzo Madama. Casini da sempre sogna il Quirinale. Il ruolo “istituzionale”, gli appartiene. Alle spalle ha un mandato da presidente della Camera, ma di certo alcuni dissidi col Cav potrebbero sbarragli la strada verso il Quirinale. Secondo le indiscrezioni tra centrodestra e centrosinistra Casini avrebbe il 15 per cento dei consensi. Ipotesi Franceschini - L'altro nome nuovo è quello di Dario Franceschini che viene dato al 20 per cento. E' il vero outsider. Ex segretario del Pd, già capogruppo del Pd alla Camera, gode della fiducia di Napolitano e di Renzi. Buona parte del gruppo parlamentare democratico è dalla sua parte, facendo comunque riferimento alla “sua” AreaDem. E' lui uno degli artefici dell'arrivo di Renzi a Palazzo Chigi, il premier lo sa, e sa anche che potrebbe arrivargli, magari verso la fine dell'anno, un favore da restituire. Veltroni - Infine l'altro nome caldo è quello di Walter Veltroni che viene dato al 10 per cento. In queste settimane è stato candidato a tutto: presidenza Rai, Presidenza FIGC, e – ovviamente – Presidenza della Repubblica. Con il centrodestra, pur non essendoci un esplicito veto su di lui, il rapporto non è idilliaco. In molti sono pronti a scommettere che Matteo Renzi non ha nessuna intenzione di portare al Quirinale una figura così forte a livello politico che possa contrastarlo nella sua passerella a palazzo Chigi... 

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