Ingroia fa le liste ed è buferaFa fuori tutti e mette i "suoi"De Magistris lo scarica subito
Un coro di proteste. Fuori Agnoletto, Strada e gli uomini del sindaco di Napoli, vero artefice della candidatura del pm. La toga ora sfrutta il porcellum come un politico navigato
Antonio Ingroia l'ha combinata grossa. Ha azzerato tutto quel vantaggio a suo dire "morale" che aveva all'apertura della sua campagna elettorale. Ebbene alla presentazione delle liste il pm si è fatto i conti. E' diventato un politico navigato. Con un 4 per cento stimato alla Camera per la sua lista, Ingroia ha sistemato i suoi big in posizione sicure lasciando per strada chi davvero lo aveva sostenuto dalla prima ora. In pratica Ingroia si è scordato degli "amici" veri. Il primo a rammaricarsene è Luigi De Magistris che dopo aver tirato la volata al movimento della toga ha praticamente perso i "suoi" in lista. Gli accordi erano altri. Più uomini del movimeto arancione lella lista di Rivoluzione Civile. E invece De Magistris si dovrà accontentare solo di Alberto lucarelli e di Anna Falcone. E su twitter il sindaco di Napoli esprime tutto il suo disappunto: “Rammarico per alcune candidature mancate e per alcune proposte non accolte…Rivoluzione Civile non è lista arancione, ma pieno sostegno ad Antonio Ingroia (di Luigi de Magistris)". Critico pure Vittorio Agnoletto che contesta la sua esclusione in Lombardia tra polemiche e sospetti: è successo “per le mie denunce contro il comportamento della polizia al G8 di Genova”, scrive. Emergency molla Ingroia: “Occasione sprecata”, dice Cecilia Strada, figlia di Gino e Teresa Strada. Infine anche Beppe Grillo prende in giro Ingroia sulle sue liste. E twitta l'immagine de "Il quarto Stato" che dopo aver visto la rivoluzione di Ingroia torna indietro. Il pm è sceso in politica. E' una volpe. Il bluff è finito.