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Pdl, caos liste: candidati in fuga verso Fratelli d'Italia

Rivolta nel Pdl sui nomi scelti. Dal Piemonte al Molise, molti minacciano di passare con Fratelli d'Italia

Giulio Bucchi
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La rivolta nel Pdl, alla fine, potrebbe giovare poco o nulla a Bersani a Monti. Scherzi delle liste e dei candidati: nel partito di Silvio Berlusconi sono molti a non mandar giù le scelte fatte o in arrivo. C'entrano gli incandidabili, ma non solo: l'aver privilegiato Daniele Capezzone, Domenico Scilipoti, Antonio Razzi e altri "favoriti" potrebbe provocare una fuga di aspiranti deputati verso Fratelli d'Italia di Ignazio La Russa, Guido Crosetto e Giorgia Meloni. Partito però alleato con il Pdl, quindi poco cambierebbe negli equilibri del centrodestra. La regione ribelle, in queste ore, è l'Abruzzo, con il governatore Gianni Chiodi che protesta per la scelta di mettere in lista gli ex responsabili Scilipoti e Razzi a scapito di esponenti locali. "Così sarà una debacle", ha protestato Chiodi con i vertici del partito. In Liguria il boss Claudio Scajola si è fatto a parte da solo, ma al Pdl ligure non va giù, anche perché in lista al Senato è numero uno il "paracadutato" Daniele Capezzone. Per protesta, il senatore Franco Orsi e il collega Gabriele Boscetto si sono sfilati dalla lista, così come accade per la Camera con Piero Poillucci e Massimiliano Iacobucci. In Molise lasciano GIanfranco Vitagliano e Filoteo Di Sandro, approdando nelle liste di Fratelli d'Italia, così come i colleghi piemontesi guidati dal coordinatore provinciale Pdl Franco Mario Botta, che giura di avere con sé una ventina tra consiglieri comunali e assessori. E pure il deputato uscente marchigiano Remigio Ceroni dice addio ringhiando: "Lascio la politica, non posso permettere che nei primi sei posti fra Camera e Senato ci sia un solo marchigiano. Non accetto che le Marche vengano massacrate in questo modo".

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