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Pdl, caos liste: Cosentino resiste, quasi rissa con Alfano

L'ex coordinatore campano non ci sta: "Candidatemi o finisco in galera. Io vi rovino e vi faccio perdere". Quasi mani addosso con Angelino

Giulio Bucchi
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Uno scontro violentissimo. Una rissa, quasi: la domenica bestiale a Palazzo Grazioli, dove il Pdl ha deciso chi fare fuori dalle liste, ha avuto il suo culmine verso ora di pranzo, quando Nicola Cosentino, divenuto l'impresentabile per eccellenza, ha liberato la sua rabbia conto il segretario Angelino Alfano. Sarebbe lui, secondo l'ex coordinatore regionale del Pdl campano sotto inchiesta per camorra, l'artefice della "trappola". Proprio così, la chiama Cosentino, che ce l'ha anche con il governatore suo corregionale Stefano Caldoro. Nella residenza romana Silvio Berlusconi non c'è, appena uscito per registrare la sua intervista a Sky. E Cosentino ha campo libero per scatenarsi. Lui, a differenza di Claudio Scajola e Marcello Dell'Utri, di farsi da parte non ne ha alcuna intenzione e grida: "Lo capite o no che così finisco in galera? Ma io vi rovino, ritiro i miei uomini, faccio cadere le giunte, vi faccio perdere le elezioni". Decisamente più aggressivo di quando, qualche giorno fa, ripeteva mite: "Se dovrà andare in carcere, andrò da innocente". Alfano cerca di far capire che la sua esclusione è per il bene del partito, che secondo un sondaggio della Ghisleri con lui e gli altri "impresentabili" in lista perderebbe almeno il 2% dei voti. E qui Cosentino non ci vede più: "E questo sarebbe il partito garantista? Ma io vi rovino, ritiro i miei consiglieri e faccio saltare decine di giunte in Campania: poi vi faccio perdere le elezioni". Una tensione sempre più incontenibile, tanto che tra urla e accuse Cosentino e Alfano arrivano quasi alle mani, divisi soltanto dai pochi presenti a Palazzo Grazioli. E oggi si ritorna sul ring, visto che sono le ultime ore utili per consegnare le liste.

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