Elezioni, Vittorio Sgarbi sgambetta Lega e Pdl: in gara con la lista "Prima il Nord"
Il Viminale non elimina la lista civetta anti-padana. Il critico in corsa in Veneto, Lombardia e Piemonte
di Francesco Specchia Al pari delle liste situazioniste in Francia dal '68 in poi, oggi c'è una lista- civetta che può far piombare nel crepuscolo le ambizioni della Lega Nord. Accade che, dopo un'attenta esegesi di simboli ed intenzioni, il Viminale, bocci sì simboli/clone dell'Agenda Monti e del grillismo; ma che, al contempo, come 188° tra gli ammessi, confermati il movimento Prima il Nord, . Ossia una formazione ectoplamica evocante in modo impressionante l'intera campagna che, -con lo stesso slogan- ha condotto il Carroccio negli ultimi mesi. Scivolata tra le maglie del buonsenso, Prima il Nord, fino a pochi giorni fa, era una semplice operazione di disturbo benedetta -secondo Il Mattino di Padova- dallo stesso Silvio Berlusconi che l'avrebbe fatta confluire nella propria coalizione, nel caso l'accordo con Maroni fosse rimasto lettera morta. Poi l'accordo c'è stato. Da qui due notizie: una buona e una cattiva. Panico padano - Con orgoglioso colpo di lombi, agli estensori in solido del progetto non devono essere piaciute le liste pidielline: stesse facce come il coccige, stessi sottopancia, stesse responsabiltà inevase, stesso spocchioso disinteresse per i cittadini. Sicché i “primanordisti” delusi hanno ufficialmente deciso (salvo tintinnati ripensamenti...) di procedere sulla strada di Montecitorio; e di giocarsi una chance alle urne, proponendosi come nemesi personale soprattutto di quei geni che hanno deciso di candidare Formigoni in Lombardia e gli avvocati di Silvio in blocco, nel Veneto. Ciòdetto, la Lega entra nel panico e, giustamente, fa ricorso. Ma il ricorso viene bocciato dalla Cassazione; e dunque il neonato partito, il sedicentePrima il nord fa garrire il proprio simbolo verdognolo e padano al vento dell'urna. Nessun ripensamento, anzi. L'obiettivo è fiero: presentarsi sulla scheda per Palazzo Madama in Friuli, Veneto, Piemonte e Lombardia. Programma che, qualora dovesse andare in porto, inciderebbe non poco sull'alleanza di centrodestra che proprio in Lombardia si gioca sul filo di lana la possibilità di strappare il premio di maggioranza al centrosinistra, ed essere determinante negli equilibri della prossima legislatura. E questa, per capirci, è la notizia buona. La notizia cattiva è che tra le file rarefatte di Prima il Nord irrompe oggi Vittorio Sgarbi con tutta la sua forza d'urto. Il critico d'arte si candida con la lista al Senato in Veneto, Lombardia e Piemonte e alle Regionali di Lombardia perchè -afferma- «il Pdl ha preso in giro tutto e tutti riproponendo il nuovo solo a chiacchiere. Questo nuovo non c'è, ha in progetto di ricandidare tutti, traditori compresi. Chi ha mal governato Paese e partito non può essere riproposto. Andremo da soli con la nostra lista Prima il Nord....». Vista così la cosa sa di paradosso. Sembra assurda la legittimazione di una lista palesemente -per dirla alla Freud- volta al perturbante; eppure la Cassazione aveva cassato i riferimenti simbolici a un nuovo Msi-Dn, a tre Dc nuove di zecca, a un fantomatico Movimento Cinque Stella -non “stelle”- senza Grillo, perfino a un tarocchissimo “Monti Presidente dell'Europa”, con sommo disdoro del proponente tal Monti Samuele. E pure spiazza la posizione di Sgarbi. Il quale, meno di un mese fa, parlava di «estetica ferita» in riferimento al bailamme delle liste e di «furto» di parte di Ingroia che gli aveva scopiazzato la denominazione di «partito della Rivoluzione» . Però, sempre Sgarbi, meno di venti giorni fa, annunciava la nascita di un nuovo movimento, Intesa Popolare, che «si sarebbe alleato con Berlusconi» (nonostante una sghemba dichiarazione sul voto a Sel). Tuffi carpiati - Ora lo stesso Vittorio, dopo aver dato simpaticamente degli «stronzi» a Monti, Fini e Casini con un tuffo carpiato manda in malora il Berlusca e gli si propone in alternativa. «Siate realisti, chiedete l'impossibile....»; qua manca solo lo slogan che riforniva il serbatoio anarchico del'68, per consentire a Vittorio Sgarbi d'affogare le elezioni in uno stordente delirio situazionista. Consiglierei a Vittorio di leggersi Seàn M. Sheehan, Ripartire dall'anarchia, Eleuthera: il seme d'un'incasinatissima società dello spettacolo, da lui meravigliosamente sparso in politica. L'unica certezza è che Sgarbi si troverà sempre dalla parte opposta del punto da dove osservi l'orizzonte. Ma tant'è. Ora, al di là dell'aspetto goliardico del tutto, Bobo Maroni è il più incazzato di tutti. Soprattutto perchè un'eventuale collocazione di Prima il Nord in solitaria sulla scheda elettorale, lo renderebbe visibile e facilmente confondibile coi simboli della Lega. Se al Senato la partita si giocasse -come pare- su poche migliaia di voti, risulterebbe determinante per gli equilibri della futura legislatura. Per non dire del Pirellone, dove centrodestra e centrosinistra sono -32/33%- in sostanziale parità. (ps: scommettiamo che la lista ribelle verrà riassorbita dal Pdl, tipo un foruncolo col Topexan...?)