Ingroia: Rivoluzione Civile chiude la porta al Pd
Il leader di Rivoluzione Civile: "Escludo un patto con chi ha sostenuto Monti. Il centrosinistra ci aveva proposto un patto dietro le quinte"
"Io sono capolista alla Camera in tutte le circoscrizioni, compresa la Sicilia". Così Antonio Ingroia ha annunciato la sua discesa in campo. Il leader di Rivoluzione Civile, per inciso, è candidato anche in Sicilia, ma in quella circoscrizione non è eleggibile (e su questo ha avuto un duro scontro con Alessandro Sallusti). Ingroia scende in campo, ma soprattutto condanna il Pd di Pier Luigi Bersani alla sconfitta: "No ai patti sottobanco, ai giochini che hanno ucciso la credibilità della politica nella prima e nella seconda Repubblica". Un chiaro affondo contro i democrat. "Per quanto abbia preso in considerazione la possibilità di una desistenza con il Pd - ha aggiunto la toga politica - escludo ogni patto con chi, come loro, ha sostenuto il governo Monti e porta sulle spalle questa responsabilità". Chiarissimo il messaggio di Ingroia a Bersani: si candida per farlo perdere. "Ci hanno proposto un patto" - Il leader di Rivoluzione Civile si dilunga sull'inciucio tentato dal Pd: "Una proposta per la desistenza al Senato, dal leader del centrosinistra, non l'ho mai ricevuta. Abbiamo ricevuto proposte dietro le quinte, attraverso interlocutori seppur autorevoli". Bersani non ci ha provato in prima persona, ma la sinistra l'inciucio col magistrato lo ha cercato, eccome. "Così - continua Ingroia - mentre aspettavo di vedere Bersani ho saputo che incontrava Monti e non si è degnato nemmeno di una risposta alle richieste di incontro" sollecitate dopo il rientro del magistrato dal Guatemala, e anche più recentemente. Ma il "no" alla desistenza e la porta sbattuta in faccia a Bersani arrivano anche per questioni di merito, per esempio la patrimoniale proposta da Rivoluzione Civile e (almeno in apparenza) rifiutata da Bersani: "Il leader del Pd dice no alla patrimoniale - spiega Ingroia -, quindi ognuno per la sua strada". E se ancora non fosse chiaro, il pm ripete: "Da questo momento Rivoluzione Civile chiude la parola al Pd. Ci rivediamo in Parlamento". Le reazioni nel Pd - Una replica diretta al leader di Rivoluzione Civile è arrivata da Dario Franceschini, che su twitter ha scritto: "Ingroia apre la porta alla destra. Dice di chiuderla a noi, ma con il Porcellum ogni voto sottratto al Pd è un voto regalato a Berlusconi e alla Lega". Il segretario Bersani, al contrario, replica indirettamente e continua nei suoi appelli al voto utile: "I voti - ha spiegato da Milano - sono tutti utili, solo che alcuni lo sono per una testimonianza, altri per segnalare una protesta, o un'adesione a qualcosa. Poi ci sono quelli utili per battere la destra e per vincere". In lista giornalisti e figli di - L'ex pm intanto ha presentato le 'teste di lista' di Rivoluzione civile. Tra i nomi della società civile in lista con l'ex pm spiccano molti volti noti della lotta alla mafia ma anche diversi giornalisti. Franco La Torre, figlio di Pio, il dirigente del Pci ucciso dalla mafia nel 1982, Saverio Lodato, giornalista, raccolse le prime interviste a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e fu arrestato per aver pubblicato i diari del sindaco di Palermo e Giuseppe Insalaco, assassinato dalla mafia, e del pentito Calderone, coperti da segreto istruttorio. Flavio Lotti, tra gli organizzatori della marcia per la pace di Assisi, Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, la giornalista Sandra Amurri, del comitato scientifico 'Progetto legalità' della Fondazione Caponnetto, il giornalista Sandro Ruotolo, Gabriella Stramaccioni, assieme a don Luigi Ciotti fondatrice di Libera, Stefano Leoni, ex presidente del Wwf Italia; il 'dissidente' ex grillino Giovanni Favia.