Cerca
Cerca
+

Monti taglia le famigliema non i soldi al suo staff

Elsa Fornero e Mario Monti

Palazzo Chigi ha raddoppiato i costi per i collaboratori esterni e portato da 33 a 20,9 milioni gli stanziamenti per le politiche familiari

Matteo Legnani
  • a
  • a
  • a

    di Franco Bechis Palazzo Chigi costerà di più agli italiani alla fine della cura di Mario Monti, ma la colpa non è del capo del governo. Secondo il bilancio di previsione 2013 della presidenza del Consiglio dei ministri pubblicato ieri in un supplemento ordinario della Gazzetta Ufficiale, le spese saranno superiori di 768,8 milioni di euro rispetto al giorno dell'insediamento dei tecnici, ma l'aumento “è dovuto, essenzialmente, all'incremento dei fondi stanziati per le politiche di protezione civile, in particolare sul capitolo 2177 (di nuova istituzione) finalizzato alla ricostruzione delle zone terremotate dell'Emilia Romagna e sul capitolo 7446 relativo alle emergenze”. Monti non poteva prevedere il terremoto dell'Emilia Romagna, e la protezione civile è compresa con tutti i suoi mutui per la ricostruzione, nel bilancio di palazzo Chigi. Per il resto a Palazzo gran parte delle spese di gestione ordinaria sono state ridotte anche perché lo imponevano due vecchi decreti legge di Giulio Tremonti e i nuovi decreti sulla spending review firmati proprio da Monti. Ma come nel pollo di Trilussa, la sostanziale riduzione della spesa non riguarda tutti. Qualche capitolo va proprio in sofferenza, e il più massacrato di tutti è il fondo per le politiche della famiglia, tagliato del 36,6%: il successore di Andrea Riccardi avrà grossi problemi con quel ministero. E ce ne sono anche pronti a fare festa, perché gli stanziamenti addirittura aumentano. Se Monti fosse sicuro di tornare a palazzo Chigi si potrebbe dire con un pizzico di malizia che dalla stretta di cinghia ha salvato soprattutto i suoi cari. Le uniche spese di poco ridotte o addirittura sensibilmente aumentate riguardano gli staff dei collaboratori di premier, ministri senza portafoglio e sottosegretari alla presidenza e la spesa per il personale aggiunto non proveniente dalla pubblica amministrazione (voce questa raddoppiata nel giro di poco più di un anno). Nella nota preliminare al Bilancio si spiega che “le risorse destinate agli uffici di diretta collaborazione delle autorità politiche sono pari a 14.717.800 euro e presentano un lieve incremento, rispetto al 2012, pari a 415 mila euro, dovuto alla circostanza che in sede di predisposizione del bilancio di previsione 2012 non era stata possibile una esatta stima degli oneri non essendo ancora adottati i relativi decreti istitutivi”.  Insomma, Monti aveva fatto male i suoi calcoli e alla fine lui e i suoi ministri senza portafoglio si sono portati dietro più collaboratori di quanto previsto negli stanziamenti di bilancio. C'è infatti un'altra voce simile che lievita: quella inserita nel capitolo 107 del bilancio (“trattamento economico fondamentale e accessorio del personale non proveniente da pubbliche amministrazioni, degli uffici di diretta collaborazione dei ministri senza portafoglio e dei sottosegretari di Stato”). Nel 2011, con un governo decisamente più folto, quella voce ammontava a 1,6 milioni di euro. Nel bilancio di previsione 2012 era salita a 3,5 milioni di euro. Ora arriva a 6,6 milioni di euro. Sulla carta sembra quadruplicata, ma in realtà assorbe altri capitoli di bilancio prima distinti e quindi è soltanto raddoppiata.  I tagli dovuti alla spending review sono spalmati più o meno su tutti i capitoli, e incidono sulla spesa per acquisto di beni e servizi e sulla gestione immobiliare (alcune sedi sono state vendute, e sostituite da locazioni). Alcuni tagli invece non sono tecnici, ma politici. Come la scelta di massacrare (e chissà se prima è stato informato il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco) “le risorse complessivamente assegnate al sostegno della famiglia, che passano da 33.107.010 a 20.987.842 euro, con una diminuzione di 12.119.168 euro (-36,6%)”. Fondi che per altro così ridotti assorbono pure 1,2 milioni di euro assegnati all'Autorità garante per l'Infanzia e l'adolescenza. Riccardi deve essersi distratto a piazzare qualche amico nelle liste centriste, e così gliela hanno fatta sotto i baffi.    

Dai blog