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Lega, perquisite le sedi di Milano e Torino

Lucia Esposito
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Come da copione. I sondaggi danno l'asse Pdl-Lega vincente in in Lombardia ed ecco che interviene la magistratura. La Guardia di Finanza, infatti, bussato alle porte delle sedi di Milano in via Bellerio (presenti il candidato governatore Roberto Maroni e Umberto Bossi) e di Torino per una perquisizione disposta dal pm milanese Maurizio Ascione  nell'ambito dell'inchiesta per bancarotta e corruzione con al centro presunte irregolarità sulle quote latte. Ieri sera il pm Ascione  ha convocato come testimoni la segretaria di Bossi, Daniela Cantamessa e la segretaria della sede torinese Loredana Zola. Le due segretarie sono state sentite come testimoni mentre l'inchiesta è secretata. Nelle settimane scorse, sono stati sentiti anche Renzo Bossi,  Giancarlo Galan, Luca Zaia, l'ex senatore leghista Dario Fruscio, Giuseppe Ambrosio, ex capo gabinetto delle Politiche Agricole, già arrestato a Roma per sospette frodi Il ruolo chiave della Lombardia - E' una coincidenza, eppure sorprende il tempismo con cui le Fiamme Gialle hanno bussato alle porte della Lega: proprio nel momento in cui il consenso di Roberto Maroni è schiacciante. Le elezioni regionali lombarde avranno un ruolo chiave nelle elezioni politiche, una vittoria di Lega-Pdl renderebbe più difficile per Pier Luigi Bersani ottenere la maggioranza anche al Senato (che diventa impossibile se, anche nelle altre regioni-chiave come la Sicilia e la Campania dovesse avere la meglio la coalizione di centrodestra). La precisazione - La Lega non c'entra nulla, siamo terzi e quindi la questione è chiusa''. Così il segretario federale della Lega Nord, Roberto Maroni, da Cernobbio esclude ogni possibile coinvolgimento del Carroccio nell'inchiesta sulle quote latte. "La procura pensava di trovare dei documenti di una dipendente di via Bellerio - ha proseguito Maroni - ma non è stato trovato nulla. Abbiamo fornito alla Guardia di Finanza la totale collaborazione e quindi non è vero, come ha scritto qualcuno, che abbiamo posto la questione dell'immunità perché l'inchiesta riguarda appunto una società estranea alla Lega''. Alla domanda dei giornalisti se sia in grado di escludere ogni possibile coinvolgimento nell'inchiesta di esponenti della Lega, Maroni ha risposto: "Certo che è così".

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