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Pdl, gli azzurri che sono tornati da Silvio

Da Alfano a Sacconi: tutti quelli che che erano stati folgorati da Monti e poi hanno fatto retromarcia

Lucia Esposito
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La carica di quelli che prima Mario Monti e poi Silvio Berlusconi. Da Angelino Alfano a Maurizio Sacconi, nell'autunno politicamente caldissimo che ci siamo lasciati alle spalle, molti azzurri anche di spicco avevano "scaricato" il cavaliere per  eleggere come proprio paladino il sobrio professore, il premier che avrebbe potuto fare il federatore dei moderati. Poi succede che le primarie del Pdl vengono archiviate, che il Cavaliere decide di scendere in campo e allora ecco che si ingrana la retromarcia. FIgliol prodighi  Da Angelino Alfano che ad un certo punto sembrava essere il figlio che uccide il padre, e poi come il figlio prodigo è tornato all'ovile, a Gianni Alemanno che aveva ripetutamente scaricato Silvio. Diceva: "Stop a leadership carismatiche", parlava della possibilità del ritorno di Berlusconi come un "ritorno al passato". Ma poi ecco che ha ricominciato a osannare il Capo parlando di lui come dell'unico "in grado di aprire una prospettiva vincente per tutto il centrodestra italiano". Anche  per Maurizio Sacconi fino a qualche mese fa si poteva tranquillamente fare a meno del Cavaliere che si era spinto a dire che "Monti è il nuovo De Gasperi". Poi è arrivata anche per lui la retromarcia, il ripensamento, il ritorno da Sil

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