Grillo, candidato premier del Movimento 5 Stelle
Beppe Grillo conosce a menadito le regole dello spettacolo e sa dove portare l'attenzione del pubblico. Durante la notte i militanti del Movimento 5 Stelle hanno fatto diligentemente la fila davanti al Viminale per essere fra i primi a presentare il proprio simbolo. Grillo, però, non ha dormito nè in tenda, come erroneamente riportato da qualcuno, nè in camper davanti al ministero dell'Interno. Il comico genovese si è presentato alle 8,30 del mattino, davanti alle telecamere, in piazza del Viminale, con guanti pesanti da montagna, tazza da campeggio con liquido fumante, capello spettinato con ciocche nere, bianche e anche bionde. messaggio che doveva passare, a livello subliminale, era che lui aveva fatto la notte all'addiaccio davanti al Viminale. Questo non è successo. Alla domanda dei giornalisti, su dove abbia dormito questo notte, Grillo non ha risposto, ma dopo questa domanda, ha tolto dall'obiettivo delle telecamere la tazza fumante. Simbolo copiato - Per il resto lo show è andato benissimo, tra un centinaio di sostenitori, giornalisti e cameramen. E c'è stato pure un fuori programma. Andrea Massimiliano Danilo Foti, nato a Catania il 31 luglio 1976, ha presentato un simbolo del Movimento 5 Stelle praticamente identico a quello di Beppe Grillo. L'unica differenza è la mancanza del nome Grillo. Foti è però arrivato al Viminale prima del Movimento 5 Stelle che fa capo al comico genovese. ''Siamo buoni, abbiamo gli avvocati ma poi se non entriamo non venite a parlare di democrazia, c'e' il cane di paglia di 6 milioni di votanti: voglio vedere cosa succede''. Cosi' Beppe Grillo commenta il deposito di un simbolo identico a quello del M5S che potrebbe impedirgli di partecipare alle elezioni. ''Se non fanno nulla per questa storia del simbolo, dobbiamo combattere con gli avvocati. Ma se non entriamo e c'e' un governo che ha il 25% dei voti degli italiani dura 6 mesi e poi lo andiamo a prendere. Ci vado io'', aggiunge il leader di Cinque stelle. D'altra parte, nonostante Grillo, abbia sempre negato la possibilità di essere candidato premier sul simbolo del Movimento 5 Stelle presentato al Viminale è indicato proprio il comico blogger, e leader di riferimento del Movimento, "a governare la Repubblica italiana". Ingroia beffato - Ma non è stato solo Grillo ad essere beffato. Stessa sorte è toccata a Monti e pure a Ingroia. Grillo proprio sul magistrato ha voluto chiarire davanti al Viminale che di lui come giudice pensa tutto il bene possibile, ma ha perso un'occasione d'oro. "Ingroia aveva già il suo movimento ed era il Movimento 5 stelle -sottolinea il leader di M5S- lui doveva chiedermi di aprirgli la porta e io gliela avrei aperta. Ma lui ha fatto il contrario. Ha voluto fare un suo movimento ed è anche giusto che lo faccia se ci crede. Però, stanno imbarcando tutta gente che la politica l'ha già fatta. Non puoi riproporre le stesse cose”. Strizza l'occhio a Casapound - ''Quella di non permettere di parlare è la vecchia tecnica dei burocrati politici. Io parlo di idee ma i quotidiani che mi attaccano sono vittime delle loro vecchie ideologie. La politica e' una visione del futuro non una ideologia: parliamo di fatti''. Così Beppe Grillo, rispondendo ai giornalisti, replica a chi lo ha accusato di 'flirtare' con l'associazione di destra Casapound. Eppure il leader del M5S, davanti al Viminale, parlando con il candidato del movimento di estrema destra, Simone De Stefano, ha detto di non aver problemi ad accogliere un militante di Casa Pound nelle file dei grillini. Alla domanda “vorremmo sapere se sei antifascista?” ha risposto: questo è un problema che non mi compete. Il nostro è un movimento ecumenico. Se un ragazzo di Casa Pound volesse entrare nel Movimento 5 stelle e avesse i requisiti per farlo, ci entra. Più o meno avete delle idee che sono condivisibili, alcune meno alcune di più. Questa è la democrazia".