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Matteo Renzi: "Tagli ai super stipendi, è giustizia sociale"

Andrea Tempestini
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Intervistato dal Tg1 delle 20, Matteo Renzi torna sulle polemiche che stanno agitando gli ultimi giorni, quella del taglio dei compensi ai manager pubblici e quella con Confindustria e sindacati. Il premier attacca: "Non mi interessa il consenso di questa o quell'associazione, mi interessa il consenso delle famiglie italiane. Sono 20 anni che guardando la tv si vedono Confindustria e sindacati arrabbiarsi, ce ne faremo una ragione". Quindi Renzi definisce Camusso e Squinzi "la strana coppia, perché mi fa un po' sorridere il fatto che sono 20 anni che si arrabbiano" per le stesse cose. E ancora: "Una volta tanto che abbiamo cambiato e abbiamo abbassato l'Irap, bene, si sono arrabbiati anche stavolta". "Giustizia sociale" - Poi, come detto, nel mirino ci finiscono i tagli ai super stipendi dei manager pubblici: "Resisteranno a parole, ma poi ovviamente è naturale che le cose cambino, non è possibile che l'ad di una società guadagni 1.000 volte in più dell'ultimo operaio, torniamo a un principio di giustizia sociale. Noi non molliamo". Insomma, il premier non retrocede e ribatte ancora all'ad di Ferrovie dello Stato, Moretti, che si è detto pronto ad andare all'estero in caso di tagli. Renzi, infine, ha ricordato: "Quando c'era Olivetti, il rapporto era di 1 a 10. Torniamo a un principio di giustizia sociale - ha ribadito -, dare un po' meno a chi guadagna milioni e rimettere in moto economia e ceto medio".

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