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Bersani pensa a una nuova manovra e alla patrimoniale

Bersani e Monti

Il leader del Pd non esclude un nuovo intervento per "blindare" i conti dello Stato e vuole alzare le aliquote ai più ricchi

Andrea Tempestini
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  L'inciucio è servito. Prima Enrico Letta, poi Pierluigi Bersani lo hanno confermato. Ora è ufficiale: il Pd "aprirà" a Mario Monti dopo le elezioni. Così il Professore e i democratici proseguiranno nel solco dell'esecutivo tecnico: governeranno a suon di tasse. I balzelli di Monti li abbiamo subiti sulla nostra pelle negli ultimi mesi. Nei progetti del Professore, in ticket con Bersani, ci sarebbe inoltre una super-patrimoniale sugli immobili. Nuova manovra? - Ma non è tutto. Bersani ha lasciato intendere che all'orizzonte ci potrebbe essere un'altra stangata. "Una nuova manovra nel 2013? Non ho elementi per dirlo. Ma sarà un anno difficile, perché la crisi finanziaria non è completamente alle spalle". Parole che suonano come una condanna: un eventuale governo Bersani, con l'appoggio esterno di Monti, agirà per bastonarci ancora. "Alzare le aliquote" - Le cattive notizie non sono finite. Il segretario dei democratici ha poi parlato della necessità di riorganizzare le aliquote Irpef. Come? Innalzando quelle più elevate. "Credo che, senza esagerare - ha spiegato Bersani -, si possa pensare a una riduzione delle aliquote più basse e medie e un innalzamento di quelle più alte. Certo - ha nicchiato - senza arrivare a certi estermi". Il riferimento del leader del Pd è al modello francese introdotto dal socialista Francois Hollande, che ha sdoganato (una novità per ora congelata dalla Corte Costituzionale transalpina) un'aliquota al 75% per la parte di reddito superiore al milione di euro. Un modello che piace molto a Nichi Vendola, e che il governatore vorrebbe portare pari pari in Italia (oltre a una patrimoniale più canonica per spedire, come si è augurato, "i ricchi all'inferno"). In difesa del redditometro - Bersani ha poi difeso il famigerato redditometro, l'occhio con cui il Fisco spierà ogni nostro movimento e acquisto, condannandoci a un inferno tributario. "Non penso sia uno strumento da polizia fiscale - ha spiegato Bersani -, ma credo di più al tema dell'incrocio delle banche dati e alla lotta all'elusione". Incalzato sulla patrimoniale, infine, il segretario Pd ha preferito non entrare nel merito; sull'Imu ha ribadito che "va corretta" e Bersani, infine, ha annunciato che si dovrà ragionare diversamente sulla Tobin tax, sull'emersione e sulla circolazione della moneta. Le due strade - L'inciucio è diventato realtà. E a pagare il conto - salatissimo - saranno ancora gli italiani. Come spiega Oscar Giannino intervistato da Libero, i programmi fiscali di Pd e Monti sono differenti, ma egualmente inefficaci e gravosi per i contribuenti. Per rispettare il fiscal compact (il pareggio di bilancio imposto dall'Europa), il Professore mira ad aumentare la leva fiscale fino a incassare 5-6 punti di quanto lo Stato spende per diminuire il debito. Una strada che porta decrescita, disoccupazione e povertà. La sinistra, invece, continuava Giannino, "pensa alla patrimoniale: raggruppare gli italiani in diverse fasce di censo, facile visto che di noi ormai lo Stato conosce tutto, quindi obbligarci a comprare titoli di debito pubblico in proporzione alla nostra ricchezza".  

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