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Pd, Bersani si vendica del Colle: via dalle liste gli uomini di Napolitano

Giulio Bucchi
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  di Elisa Calessi Non se ne salva uno. Gli uomini più vicini a Giorgio Napolitano sono tutti esclusi dal prossimo Parlamento. L'ultimo è Umberto Ranieri, già fatto fuori nelle liste del 2008. L'ex sottosegretario agli Esteri dell'ultimo governo Prodi, napoletano come il presidente della Repubblica, una sorta di suo “pupillo”, e responsabile Mezzogiorno del Pd, starebbe addirittura  pensando di lasciare il partito guidato da Bersani. Ieri l'Unità lo dava pronto a candidarsi nella lista Monti. Lui ha smentito: «Non ho mai preso in considerazione alcuna candidatura alle elezioni politiche». Ha espresso, però, «rammarico» per «l'esclusione dalle liste del Pd di personalità giovani e competenti che si sono battute per rafforzare il carattere riformista e di governo del Partito Democratico». Del resto Ranieri è in buona compagnia. Tutti gli “uomini del presidente” sono stati fatti fuori. Stefano Ceccanti, costituzionalista e senatore Pd, Enrico Morando, che nei Ds aveva raccolto il testimone dell'area migliorista, Magda Negri, senatrice. Un repulisti che si sovrappone, in gran parte, a quello di chi aveva dato vita all'area montiana. Dei 15 che il 10 luglio dello scorso anno avevano firmato l'appello sul Corriere della Sera per chiedere che il Pd facesse sua nella prossima legislatura l'agenda Monti, non sarà candidato nessuno, ad eccezione di Tonini, Gentiloni e Vinicio Peluffo. Fuori Alessandro Maran, Marco Follini, Paolo Giaretta, Salvatore Vassallo, Ceccanti, Antonello Cabras, oltre a Pietro Ichino, passato con Monti.   Leggi l'articolo integrale di Elisa Calessi su Libero in edicola oggi, martedì 8 gennaio    

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